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RIVOLTA A SEZANO

«No al capannone
vicino al monastero
che risale al ’400»

L’area  su cui ricade il progetto di un capannone per il ricovero di macchinari agricoli FOTO MARCHIORI
L’area su cui ricade il progetto di un capannone per il ricovero di macchinari agricoli FOTO MARCHIORI
L’area  su cui ricade il progetto di un capannone per il ricovero di macchinari agricoli FOTO MARCHIORI
L’area su cui ricade il progetto di un capannone per il ricovero di macchinari agricoli FOTO MARCHIORI

A Sezano, la piccola e pittoresca frazione della Valpantena dominata dal monastero medievale dei padri stimmatini, i residenti sono in allarme per il possibile arrivo di un fabbricato che loro definiscono «ecomostro» prima ancora di vederlo costruito.

«Non è più una chiacchiera da bar, ma una certezza», riportano gli abitanti, preoccupati. Infatti il progetto c’è: in un grande campo fra le vie Sezano e Mezzomonte il proprietario di quell’area vorrebbe edificare un capannone adibito a magazzino e per il ricovero di attrezzi e macchine agricole. Niente di male, se non che il campo in questione è proprio sotto l’antico monastero. Non solo: si trova anche vicino al cimitero, e a una fila di abitazioni.

Si tratterebbe di un edificio molto grande, di circa 1.950 metri quadrati.

I residenti protestano: «Gli enti preposti a tutelare l’ambiente, il patrimonio storico culturale sono al corrente di tutto ciò. Chi bada, allora, a noi cittadini che scegliamo di vivere in campagna per stare immersi nella natura, che paghiamo tasse esorbitanti per vivere in una zona di pregio e invece ormai siamo in piena zona di “sfregio“?».

Un piccolo sollievo, contro lo spauracchio dell’«ecomostro», è arrivato pochi giorni fa, quando l’ottava circoscrizione ha espresso all’unanimità il proprio giudizio negativo alla nuova costruzione. Il parere del parlamentino non è vincolante per l’amministrazione comunale, però ha il suo peso.

«Non sarebbe solo il monastero a risentire della vicinanza di una struttura così invasiva», motiva il presidente dell’ottava circoscrizione, Dino Andreoli. «Dovrebbe, infatti, rispettare il vincolo di distanza di duecento metri dal campo santo, ma in questo modo si avvicina eccessivamente alle case. E gli abitanti, quindi, si vedrebbero oscurare la vista della collina da un muro di cemento alto una decina di metri».

«Nulla vieta al privato», aggiunge Andreoli, «di ripresentare il progetto modificato. In quel caso, la circoscrizione tornerà a valutarlo e a esprimere il suo giudizio».

Ma gli abitanti di Sezano, e in particolare quelli vicini all’area «incriminata», non si tranquillizzano facilmente: «La richiesta di un singolo interesse», ribadiscono, «non può certo prevaricare quello di almeno 15 famiglie che si vedranno chiudere in casa da un ecomostro. Ma non solo. Chi riceverebbe un danno da quella costruzione è la comunità tutta».

«Sezano», aggiungono, «è un gioiellino che vanta un paesaggio unico, un monastero del Quattrocento e scorci di monti e colline particolarmente suggestivi. Il solo vincolo paesaggistico presente in zona impedirebbe, esso solo, di costruirvi a fianco un imponente fabbricato».

«La collettività della bassa Valpantena è stata già pesantemente umiliata dai recenti sfregi al territorio derivanti da imponenti costruzioni: la cantina sopra il Monastero, con tutti gli orripilanti sbancamenti della collina che l’hanno accompagnata; il gigantesco essiccatoio ora presente tra le vie Santa Maria in Stelle e Via Sezano».

I residenti sono in allarme anche per i possibili danni alla salute: «Il ricovero è pensato non per riparo di un trattore e di quanto serva ad un singolo agricoltore per coltivare i terreni della sua azienda agricola, ma prevede invece un’attività vera e propria di chi lavora per conto terzi. Pertanto ci sarebbe un andirivieni di un elevato numero di mezzi (trattori, pompe, rimorchi, vendemmiatrici) che servono a lavorare i terreni per agricoltori di tutta la Valpantena e non solo».

«Quindi vogliamo essere sicuri che il ricovero e l’uso di sostanze molto pericolose nello stoccaggio quali i fitofarmaci e i diserbanti, usati massicciamente negli ultimi anni nei vigneti che circondano le nostre case».

Lorenza Costantino

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