<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il caso

No ai libri «gender»
Ancora critiche
Sboarina replica

La biblioteca civica di Verona
La biblioteca civica di Verona
La biblioteca civica di Verona
La biblioteca civica di Verona

Dopo che è scoppiato anche a livello nazionale (con le critiche di editori e bibliotecari) il caso del punto del programma elettorale di Federico Sboarina che annuncia di voler contrastare la presunta «teoria gender» e di ritirare i libri che la sostengono dalle librerie, arrivano sia la replica del primo cittadino ma anche nuove critiche dal mondo della politica.

«Sono per il dialogo e di opinioni, così come per la libertà di espressione e il rispetto assoluto della libertà di stampa», ha detto il sindaco, «sono anche convinto che la famiglia è composta dalla mamma e dal papà, e difenderò questo valore anche nella formazione dei bambini e dei ragazzi». «Polemiche inutili, pensiamo alla difesa della famiglia naturale», ha aggiunto il papabile vicesindaco Lorenzo Fontana.

 

«COME NEL MEDIOEVO»

Il radicale Giorgio Pasetto ha parlato di «posizioni anacronistiche, si è tornati ai tempi dell'Inquisizione».

Il consigliere comunale di Verona Civica Tommaso Ferrari afferma che «i diritti civili per le coppie omosessuali non devono essere messi in discussione, neppure con approssimative manovre indirette, perché non sono in contrasto o in concorrenza con serie politiche familiari. La storia ci ha insegnato a guardare con sospetto ogni tentativo di censura».

Il parlamentare del Pd Diego Zardini parla di «oscurantismo medievale del neo eletto sindaco di Verona», mentre il collega del Movimento Cinque Stelle Mattia Fantinati annuncia di voler «fare quanto in mia disposizione perché a Roma si faccia luce e chiarezza su una vicenda in contrasto oltretutto con i principi fondanti costituzionale. Nel frattempo auguro a Sboarina un bel viaggio indietro nel tempo fino a raggiungere il suo amato medioevo».

Il consigliere comunale di Verona in Comune e Sinistra in Comune Michele Bertucco ammonisce che «Coi diritti civili non si scherza.  Finora iniziative in tal senso non ce ne sono, ma vigileremo, anche e soprattutto sul versante dell’accesso ai servizi per l’infanzia, affinché non si abbiano a verificare discriminazioni di questo tipo nella nostra città»

Sul tema interviene anche Arcigay Verona: «Non siamo lontani dal rogo di libri solo con forme più burocratiche. È sconcertante come il Sig. Sboarina, nel 2017, sia rimasto vittima del grande spauracchio, l’apoteosi paranoica reazionaria del momento: il babau gender nelle scuole, una roba che non esiste ma su cui ci hanno pure costruito un partito che prende qualche voto».

Forza Nuova Verona invece è di tutt'altro avviso: «Plaudiamo e plauderemo chiunque dimostri di voler lottare a 360° contro la diffusione dell'infame teoria gender, soprattutto nelle scuole e soprattutto tra i banchi di un asilo».

 

L'IPA

Anche l’International Publishers Association (Ipa) ha chiesto a Sboarina, di «riconsiderare gli aspetti censori» annunciati nel suo programma elettorale. «L’IPA e il suo Comitato per la Libertà di Pubblicazione denunciano e rifiutano la censura dei libri che ha intenzione di imporre» scrive il presidente dell’IPA Michiel Kolman in una lettera a Sboarina in cui viene chiesto al sindaco di rivedere il suo piano spiegando che: «È del tutto irrilevante quale ideologia vi sia dietro il suo desiderio di censurare e limitare le opere a cui possono accedere i cittadini di Verona. Vorrei farLe presente che, in un Paese democratico come l’Italia, in nessun caso è accettabile censurare pubblicazioni che siano edite nel rispetto della legge».

Suggerimenti