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Al Polo Zanotto

Nicola 10 anni dopo
Il padre: «La città
non è così cambiata»

Al Polo Zanotto
Folla di studenti al Polo Zanotto
Folla di studenti al Polo Zanotto
Spettacolo per Nicola Tommasoli

Più di trecento ragazzi nell'aula T3 del Polo Zanotto. Sono studenti delle superiori di Verona e Provincia, venuti a conoscere la storia di Nicola Tommasoli, morto a 29 anni, il 5 maggio del 2008, per i colpi subiti durante un'aggressione da parte di cinque giovani nella notte del 30 aprile.

 

"Siamo qui per voi, perché chiuderci nel dolore e non fare qualcosa sarebbe stato un torto fatto a nostro figlio", dice Maria, la mamma. I ragazzi ascoltano in silenzio e poi applaudono senza riserve "Uno Strappo", il monologo ad altissimo impatto emotivo dell'attore siciliano Ture Magro. L'evento ospitato dall'Università è il primo di una serie di incontri che per tutto il mese saranno organizzati dal gruppo "Radici dei Diritti" dell'ateneo, dall'associazione "Prospettiva Famiglia" e dalla rete "Scuola e Territorio" in collaborazione con la famiglia, per riflettere su una delle pagine più dolorose della Verona contemporanea.

 

"Una città che, alla luce di certe decisioni", Luca Tommasoli, "non mi sembra così cambiata". Ma che ha, parole della mamma di Nicola, "un grande sommerso positivo che deve essere portato in luce". "Il conflitto esiste ed esisterà", dice il rettore Nicola Sartor, "e riguarda ciascuno di noi. Educare al dialogo non è fare accademia ma riaffermare il principio che, nella nostra Europa, ha assegnato alle istituzioni il monopolio della giustizia. Fare memoria, capire è l'unica via per evitare che certe tragedie si ripetano". 

P.M.

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