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Nel filobus l’ultima speranza
di muoversi senza avvelenare

Aria irrespirabile, polveri sottili alle stelle, un inverno «avvelenato» anche dalla lunga assenza di piogge. Un quadro allarmante, scandito dalla periodica conferma dei dati del Pm10 - addirittura in alcuni casi prossimo ai 200 microgrammi per metro cubo quando il limite tollerabile è 50 - e certificato purtroppo anche dai dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (vedi articolo qui in basso) che ormai collega l’inquinamento a un’incidenza più alta della mortalità nelle zone particolarmente soggette.

E la pianura Padana è senz’altro una di queste. Ecco perchè, dopo il tramonto del progetto del traforo, a Verona torna a sentirsi con urgenza il bisogno di dotarsi di un sistema di trasporto pubblico efficace (cioè capace di “tagliare“ traffico privato e relativi scarichi) e soprattutto ecologico. La strada imboccata dall’amministrazione comunale sotto la guida di Flavio Tosi è quella del filobus, mezzo di trasporto interamente elettrico. Dopo una lunga progettazione, e scontati gli stop di numerose traversie politiche e burocratiche, i lavori sono iniziati nelle scorse settimane. Per ora siamo alla fase preliminare: gli scavi per ricavare il posto destinati ai pali dell’alimentazione elettrica. Ci vorrà del tempo. Il filobus sarà operativo nel 2019.

Prima di questo progetto, l’idea di dotare Verona di un sistema di trasporto pubblico ecologico era stata per lungo tempo la tramvia, anch’essa avversata in corso di gestazione da opposizioni politiche e vicissitudini tecniche - la scoperta che i mezzi prescelti avevano un difetto, cosa che aveva azzerato tutto -, dubbi sul percorso e sull’impatto degli scavi nelle strade del centro.

Tosi aveva spazzato via il progetto ed era ripartito dal filobus, lasciando solo gli stessi percorsi (San Michele-Stadio e Borgo Roma-Ca’ di Cozzi). Ma negli anni erano emerse anche altre idee, dall’impegnativa metropolitana sotterranea (Brescia l’ha fatta) a un’improbabile funivia, fino a un sistema più volte evocato e lodato ma mai preso seriamente in considerazione. È quello di cui pubblichiamo la pianta qui a fianco: a trazione automatica (people mover), una linea diretta dal casello di Verona Sud a piazza Bra passando davanti alla Fiera e all’area riqualificata degli ex Magazzini Generali, di fianco alla stazione di Porta Nuova e fino a piazza Bra. Auto nel parcheggio scambiatore della Genovesa, poi tutti a piedi in città. Idea che qualcuno rilancerà? Non si sa. Ma il prossimo cambio di amministrazione potrebbe essere l’ora er nuove scelte.

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