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«Museo Egizio? Bufala Il direttore resterà lì»

Lo «scambio di vedute» fra Greco e Giorgia Meloni davanti all’Egizio
Lo «scambio di vedute» fra Greco e Giorgia Meloni davanti all’Egizio
Lo «scambio di vedute» fra Greco e Giorgia Meloni davanti all’Egizio
Lo «scambio di vedute» fra Greco e Giorgia Meloni davanti all’Egizio

Minacce di togliere l’incarico al direttore del Museo egizio di Torino, che agevola l’ingresso a persone di lingua araba? Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni che ha avuto una polemica con il direttore stesso, smentisce categoricamente, come tra gli altri ha detto ieri Guido Crosetto, di FdI, su Repubblica, che la presidente abbia parlato di questa minaccia. Adolfo Urso, candidato al Senato per FdI, ieri a Verona, il coordinatore cittadino Ciro Maschio, candidato alla Camera, presidente del Consiglio comunale, con l’assessore comunale e ricandidato al Senato Stefano Bertacco, e con il candidato alla Camera Alberto Padovani, dicono essersi trattato di «una fake news». Maschio cita infatti il comunicato stampa del portavoce del partito, dopo la polemica, «interpretato in maniera scorretta». Il comunicato, come ha poi detto Crosetto, «era soltanto contro la presa di posizione politica dei tecnici del ministero della Cultura che si schieravano in una polemica tra FdI e il direttore del Museo Egizio». Sul fronte della campagna elettorale, motivo della sua presenza ieri a Verona, Urso ha presentato proposte sulle famiglie e per contrastare l’emergenza della bassissima natalità. «Per contrastare questa emergenza», sottolinea Urso, «abbiamo preparato il più importante piano di natalità della storia repubblicana, basato su interventi fiscali e assistenziali». Un piano che prevede «asili nido gratuiti per tutti, reddito d’infanzia e congedo di maternità fino ai sei anni di vita del bambino, ed eliminazione progressiva dell’Iva sui beni per l’infanzia». Parallelamente, «per aiutare la salute demografica del Paese, bisogna incidere sul piano sociale, con politiche fiscali e del lavoro espansive. Vanno detassate per tre anni su lavoro dipendente e Irap quelle imprese che assumono un giovane; e va introdotta la flat tax, sul reddito incrementale il primo anno e anche sul restante negli anni successivi quando la riforma andrà a regime». Urso indica le poi coperture economiche: «Ripartiamo dal piano Cottarelli, dal taglio degli sprechi e dalla spending review. Quel piano prima studiato dalla sinistra, che poi l’ha abbandonato. Inoltre con la flat tax ripartirà lo sviluppo, aumenterà il Pil e di conseguenza le stesse entrate fiscali». •

E.G.

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