La carica dei mille. Mary e Patricia, due amiche irlandesi sulla sessantina, nella cavea del Teatro Romano dopo la visita non hanno dubbi: «Museo archeologico bellissimo, in un luogo incantevole», dicono, in un ottimo italiano. «Che fortuna essere qui proprio nel giorno dell’inaugurazione. E poi l’ingresso a un euro...Lo abbiamo letto su L’Arena e siamo venute subito. Complimenti a Verona».
Nel chiostro dell’ex convento dei Gesuati, a metà del percorso, i coniugi veronesi Roberto e Laura Rio si godono il nuovo volto del complesso, incastonato sulle pendici del colle fra l’Adige e Castel San Pietro, dove è nata Verona. «Siamo venuti tante volte e l’impressione dopo i restauri è molto positiva», dicono. «C’è più ordine, i reperti sono esposti bene e quelli dentro le teche sono più sicuri. Bene le telecamere».
In tarda mattinata già numerosi i visitatori nel nuovo museo archeologico del Teatro Romano, aperto al pubblico ieri dopo la visita di venerdì riservata ai giornalisti. E al termine della prima giornata d’ingresso sono stati un migliaio. Fino alla fine di giugno il biglietto d’ingresso al prezzo promozionale di 1 euro e sarà così fino alla fine di giugno. Poi l’intero costerà 4,50 euro e ridotto 3; 1 euro per le scuole e gratis per bambini fino a sette anni, anziani di oltre 65 anni residenti a Verona, portatori di handicap e loro accompagnatori, possessori di Verona Card. Prezzi contenuti. Gli orari di apertura sono il lunedì dalle 13.30 alle 19.30 e dal martedì alla domenica dalle 8.30 alle 19.30 (la biglietteria si chiude alle 18.45) A fare da «ciceroni di sala», in maglietta rossa, ci sono ragazzi e ragazze che stanno svolgendo il Servizio civile nazionale nei Musei civici. E poi c’è il personale comunale.
«Una piacevole scoperta», dicono Roberto e Monica, di Torino, con i figli adolescenti. «Poi l’ingresso a un euro ci ha attirato. Una visita interessante. Molto meglio che in Arena, dove si paga troppo e non si vede granché». La maggior parte dei visitatori è straniera, ma non mancano italiani. L’ascensore dal teatro all’ex convento viene utilizzato, anche se tanti preferiscono fare le scale. «Su L’Arena in internet abbiamo letto l’articolo dell’inaugurazione e allora siamo venuti in gita e siamo contenti della scelta», dicono i coniugi Giuseppe e Sandra, di Torre di Quartesolo, Vicenza. E i veronesi «de soca» apprezzano: «Sono venuto decine di volte ed è stato fatto un buon lavoro, qui», dice Vittorio De Negri, sulla settantina, che poi va a spiega ai turisti che cosa stanno vedendo. Cioè un luogo incantato della «sua» Verona.