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Morto il giornalista Ruffo Per anni voce delle imprese

Franco Ruffo, giornalista, si è spento all’età di 78 anni
Franco Ruffo, giornalista, si è spento all’età di 78 anni
Franco Ruffo, giornalista, si è spento all’età di 78 anni
Franco Ruffo, giornalista, si è spento all’età di 78 anni

Settantotto anni e tanta voglia di vita. Fino a domenica scorsa, quando è stato trovato a terra, a casa sua, svenuto. Neanche una settimana di ricovero a Borgo Trento, e Franco Ruffo, giornalista, per anni ufficio stampa dell’Associazione industriali e poi rimasto in contatto con molti imprenditori, collaboratore del nostro giornale soprattutto per le pagine di Economia, storico corrispondente de La Stampa e collaboratore del Sole24Ore, è spirato in ospedale. Eppure sembrava in ripresa. Sabato aveva anche mangiato un poco di riso. Il figlio Marcello racconta che hanno passato la giornata in reparto insieme a progettare cose, anche l’eventuale possibilità di andare a vivere in una casa per anziani, ma tutto in positivo. Invece nella notte un aggravamento improvviso e Ruffo è spirato assistito dai suoi familiari. «Ha avuto una crisi respiratoria, stava male da giorni e non c’era stato modo di ricoverarlo, quando finalmente siamo entrati in ospedale, il quadro clinico era fortemente compromesso e abbiamo anche scoperto soltanto poche ore prima del decesso, metastasi dal polmone, ma papà non lo sapeva, è morto sereno e questo, nel dolore, mi conforta», dice Marcello. Tra gli amici più cari di Franco, Giovanni Rana fondatore e presidente del Pastificio. «Franco ed io abbiamo fatto tanta strada insieme, ma ora lui ha accelerato il passo ed è fuori dal raggio dei miei occhi», dice commosso. «Ma anche se non lo vedo più, io so che è vicino, dietro alla curva della vita. La sua voce si sente ancora: libera, ironica, rispettosa, leale. Il mio pensiero va a tutti i compiti che ha affrontato in questa sua vita terrena: uomo, padre, amico, giornalista. Ogni sua scelta è stata ispirata dalla libertà e dalla passione, seguendo una strada indipendente, coraggiosa e generosa. Noi tutti», sottolinea Rana, «lo ricorderemo sempre, attraverso le giornate che ha trascorso con noi e le pagine che ha scritto. Ed io lo terrò sempre stretto al mio cuore, amico forte e sincero, ora al sicuro nella Casa del Padre». Cordoglio è stato espresso dal presidente di Confindustria Verona, Michele Bauli che ricorda: «Franco Ruffo è stato una figura di riferimento per la comunicazione di Confindustria Verona. Ha accompagnato l’Associazione in molti anni di crescita contribuendo a valorizzare, con la sua intelligenza e sensibilità, le imprese veronesi». Bauli sottolinea con affetto alcuni tratti di Ruffo: «Ha sempre messo nel suo lavoro di attento narratore della nostra società imprenditoriale la professionalità di abile giornalista, ma di lui abbiamo sempre apprezzato e riconosciuto la grande passione da autentico veronese che amava profondamente la sua città e il suo territorio. Ruffo ha saputo farsi apprezzare da tanti imprenditori che oggi, con me e tutti i suoi colleghi di Confindustria Verona, lo ricorderanno con affetto e gratitudine». «È dalle 9 di questa mattina che piango», diceva ieri la cantante Maria Cristina Gamba, amica di Ruffo da una vita. E lui, nel suo testamento ha lasciato scritto: «Cristina al mio funerale cantami Vecchio Franc, non vecchio Frack». E Gamba non sa adesso che fare: «Non so se ce la farò, sto così male a questa notizia. Non so neanche se il prete me lo lascerà fare. Mi sembra impossibile che Franco non ci sia più. Ci vedevamo ogni domenica, o lui da me o io da lui, con altri amici, eravamo un gruppetto di separati, sempre insieme, abbiamo cresciuto i nostri figli insieme. Lui era un signore, sempre allegro, sempre amante della compagnia. Ho saputo soltanto adesso che soffriva di diabete e aveva la glicemia, altissima, non lo sapevo, non ha mai raccontato i problemi di salute». Un ricordo dolcissimo ce l’ha anche Elisa Tagliani, imprenditrice della comunicazione, che per lavoro ha frequentato Ruffo. «Nel 2015 abbiamo fatto una grande festa in onore di Franco, per i suoi cinquant’anni di giornalismo. Eravamo a Punta San Vigilio, da Giovanni Rana e in quell’occasione, Franco, generoso come sempre non volle regali, ma raccolse fondi da donare, attraverso Giuliano Dolci, a progetti dedicati alla Bolivia». Aggiunge Tagliani: «Franco amava la vita, era una persona molto galante. Ultimamente gli mancava forse un poco la professione, il fatto di non essere più punto di riferimento di molti imprenditori come era stato per anni. Lo avevo conosciuto oltre vent’anni fa, all’inizio della mia attività. Era un uragano, mille idee, mille progetti, sempre in movimento. E incrociarlo per strada era una gioia, anche solo per un saluto». «Adorava la sua professione, ma ha sempre tenuto un profilo basso, non amava apparire», dice Lucio Bussi, già caposervizio della redazione Economia del nostro giornale e oggi consigliere dell’Ordine dei giornalisti. «Era stato lui a fondare Verona manager, ed era ancora collaboratore del nostro giornale, anche recentemente aveva inviato pezzi. Lui amava scrivere le storie degli imprenditori, ma anche quando noi avevamo bisogno di qualche informazione veloce, facevamo sempre riferimento a lui. Ha avuto una vita movimentata, due matrimoni, è sempre stata una persona molto affettuosa e molto, molto generosa». «Mi spiace che se ne sia andato», conclude Bussi, «ci eravamo detti di fare qualcosa insieme, ma poi il tempo è passato veloce e la cosa è rimasta sospesa». Il funerale di Ruffo verrà celebrato a San Giovanni Lupatoto, il suo paese d’origine. Lui avrebbe voluto lasciare questo mondo senza troppo clamore, senza apparire sul giornale. Perdonaci collega, non potevamo lasciarti andare in silenzio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

A.V.

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