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A Diretta Verona il dibattito

Morte di Ahamed,
giovani implicati?
«Serve riflessione»

A Diretta Verona il dibattito sul caso di Zevio
Diretta Verona sul caso di Zevio
Diretta Verona sul caso di Zevio
Diretta Verona sul caso di Zevio
Diretta Verona sul caso di Zevio

«Morte nel rogo, atroci sospetti». È il titolo della prima puntata del 2018 di "Diretta Verona". La prima parte del talk show settimanale condotto da Mario Puliero con la partecipazione del direttore del giornale L’Arena Maurizio Cattaneo in onda questa sera su Telearena (e in streaming sul nostro sito), dedicata al'inquietante vicenda di Zevio nella quale due minorenni risultano al centro di un'indagine sul rogo costato la vita a un 64enneAhamed Fdil, che viveva in auto. 

 

Ospiti in studio la giornalista Alessandra Vaccari, Giuliana Guadagnini, responsabile dell'osservatorio veronese sul disagio scolastico e giovanile, il dottor Giorgio Ricci esperto in tossicologia e dipendenze e don Carlo Vinco, parroco del Tempio Votivo. Presente anche il giornalista Alfredo Meocci.

 

PRIMA PARTE

IL DIBATTITO. «La morte di Ahamed Fdil è un fatto atroce che mostra un vuoto educativo enorme. Però mi pare rappresenti anche una grande occasione di riflessione sul mondo giovanile da parte della collettività che, se colta, credo possa portare a qualcosa di positivo», osserva il direttore Cattaneo subito dopo la carrellata di interviste ai residenti di Zevio che raccontano come il clochard fosse benvoluto dalla comunità e come invece ci fossero diversi ragazzini che lo tormentavano. «Se le interviste rispecchiano il paese, direi che il quadro è positivo, le persone sembrano molto mature e accoglienti», fa notare Don Vinco.

«Questi ragazzi tormentavano il clochard e deridevano gli adulti. Non dico che siano arrivati alla premeditazione ma è un comportamento che non può essere giustificato in alcun modo. Evitiamo il buonismo», ammonisce Alfredo Meocci. Replica Alessandra Vaccari: «Non si tratta di buonismo, ma di andare con i piedi di piombo. Non sappiamo se questi giovani sono colpevoli, magari l'autopsia e le indagini danno poi un altro quadro». Giuliana Guadagnini torna sull'atteggiamento da bulli dei giovani e dice: «Purtroppo da alcuni adulti questi comportamenti vengono letti dagli adulti come delle bravate che però rischiano una deriva».

 

Possibile che questi ragazzi abbiano agito sotto qualche droga? Non è da escludere secondo il dottor Giorgio Ricci che precisa: «L'Italia è al quarto posto mondiale per il consumo di sostanze psicoattive e  Verona e Bologna sono spesso città-test delle nuove sostanze, essendo un ottimo crocevia dal punto di vista logistico e le sostanze arrivano facilmente e vengono facilmente smerciate». «Temo sempre quando diamo queste immagini fortemente negative dei giovani», dice Don Vinco, «io vedo migliaia di ragazzi ogni giorno, certo c'è chi si droga e chi non ha valori, ma voglio continuare a credere che la maggioranza sia pulita. E mi fa più paura quella parte di adulti che fa uso di droghe».

 

Conclude la riflessione il direttore Cattaneo: «Non so se la droga ha a che fare o meno con questo episodio. Mi domando questi ragazzi a casa e a scuola come si comportavano. Che genitori hanno? I professori hanno notato qualcosa?». Don Vinco sostiene che bisognerebbe tornare all'«educazione all'interiorità». «I genitori devono recuperare l'ascolto e il dialogo con i figli, la scuola fa tanto cercando di rinforzare le relazioni e di indurli ad esprimere le proprie emozioni», aggiunge la Guadagnini.

 

SECONDA PARTE

La seconda parte invece ha per tema “Tutti nell’arena”. Si è acceso lo scontro politico sulle nomine della Fondazione Arena e a lanciarsi le critiche e le accuse più pesanti sono esponenti che poi si ritrovano fianco a fianco nella campagna elettorale per le politiche del 4 marzo, nemici tra le mura di Verona ed amici e alleati per vincere le elezioni ed andare al governo. Il dibattito parte dalla valutazione sulla nomina di Cecilia Gasdia da parte del Consiglio di Indirizzo della Fondazione, una scelta che ha diviso la politica veronese. Spazio poi alle elezioni politiche,con le ricadute inevitabili su Verona e il suo territorio. 

 

Dalla quarta gamba del centrodestra ai problemi del centrosinistra, dalle aspirazioni dei cinquestelle alle promesse che stanno arrivando da più parti. Ospiti in studio:la parlamentare del Partito Democratico Alessia Rotta, il senatore della Lega Nord Paolo Tosato, Aberto Bozza di Fare! e il coordinatore provinciale di Forza Italia Davide Bendinelli.

 

IL DIBATTITO. «Dopo l'in bocca al lupo a Cecilia Gasdia e al riconoscimento dell'ottimo lavoro svolto di Polo, dico che sono sterili le polemiche tra Tosi e Sboarina perché ricordo che l'ex sindaco voleva liquidare la Fondazione. Quindi il fatto che la Fondazione esista, nonostante i grandi sacrifici dei lavoratori, è grazie al commissariamento», attacca la deputata del Pd Alessia Rotta.

«Rispetto alla crisi che poteva essere devastante, quella della liquidazione, c'è stata una decisione condivisa da parte della politica veronese e così pure lo è la nomina della Gasdia», sottolinea il senatore Tosato. «Se parliamo di Fondazione dobbiamo partire dai conti», incalza invece Bozza criticando l'operato di Polo. Bendinelli invece sostiene che la Gasdia dovrebbe essere affiancata da «dei veri manager».

«È una scelta politica anche quella di Gasdia, come tutte le precedenti. È una scommessa che fa Sboarina, vedremo fra un anno se queste mutazioni porteranno i risultati che Palazzo Barbieri auspica», dice il giornalista Alfredo Meocci. 

Bendinelli: «Tosi ha certamente avuto delle posizioni ambigue negli ultimi tempi, ma poi ha trovato giusto collocarsi in un nuovo movimento. Va bene, non dico che Tosi non ci debba essere ma ci devono essere delle condizioni a partire dal rispetto dei tuoi compagni di viaggio e non fare solo alleanze al vertice e poi sparare contro a chi hai accanto». Tosato aggiunge: «Ovvio che su Verona il dibattito esiste, ma il centrodestra deve presentare un programma unitario chiaro e credibile perché quello è lo strumento che ci permette di convincere gli elettori. Sul tema di chi deve far parte della quarta gamba io credo che la risposta sia che debba essere chi ha lavorato con il centrodestra negli ultimi anni. Flavio Tosi invece negli ultimi tempi ha lavorato contro. Dobbiamo creare una coalizione unita e serve chiarezza».  

Cattaneo: «Mi sembra che Berlusconi stia tentando di fare l'operazione che gli è riuscita bene la prima volta che si è candidato. C'è solo un problema, Berlusconi non si può candidare e Salvini scalpita per essere il premier. La spaccatura non indifferente con Maroni che dà dello stalinista a Salvini non si può ignorare. Senza nulla togliere alla capacità politica di Salvini, il suo modo di fare politica può spaventare un elettorato più moderato. Su Tosi? Non c'è alcun tipo di antipatia o questione personale? Io invece la vedo, non si può negare che tra Salvini e Tosi ci sia una frattura personale che incide sul rapporto politico». 

Meocci: «Sono stato questa mattina alla conferenza stampa di presentazione del nuovo simbolo. Fitto e Cesa l'hanno organizzata, Quagliarello ha aderito, Tosi non era presente. La sensazione che si ricava è che Tosi farà fatica ad avere un collegio uninominale visti i rapporti con Salvini». 

Bozza: «Bisogna partire da un concetto diverso: rafforzare la coalizione di centrodestra cercando di aggregare tutto quell'elettorato che si è fatto affascinare da altri movimenti e che ora si ritrova di nuovo tra gli indecisi. Analizzando i numeri Tosi è stato il più votato alle europee. A Verona ha portato al ballottaggio due proposte di centrodestra puro. Qual è il valore aggiunto oggi? Mettere in campo delle forze che permettano alla coalizione di rafforzarsi e i veti su Tosi - e anche su Maroni - credo che siano in controtendenza con l'idea di rafforzamento del centrodestra».

Alessia Rotta: «Come vincere le elezioni? Bisogna far capire ai cittadini non solo quello che è in casa d'altri ma soprattutto in casa nostra. Sono molto felice dell'accordo trovato con i Radicali ed Emma Bonino. E credo che su questo potremmo contare».

 

Cattaneo: «A me sembra che queste siano schermaglie iniziali per schierarsi. Anche quelle di Salvini sui vaccini c'è chi sostiene sia un modo per rubare voti tra i grillini. Ma mi auguro che si faccia una campagna elettorale non nel segno delle promesse che poi non saranno mantenute. Ad esempio nel centrosinistra credo che la scelta Gentiloni potrebbe essere vincente anche se per Renzi fare un passo indietro credo sia difficile. Io credo che in questa campagna vincerà chi saprà parlare davvero alle famiglie e alla gente senza fare grandi promesse».

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