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Accuse anche all'avvocato

«Suicida per debiti»
il figlio si sfoga
in tv a «Le Iene»

Accuse anche all'avvocato che lo seguì
Rolando Bicego in un’immagine tratta dal servizio trasmesso da «Le Iene» la trasmissione di Italia 1
Rolando Bicego in un’immagine tratta dal servizio trasmesso da «Le Iene» la trasmissione di Italia 1
Rolando Bicego in un’immagine tratta dal servizio trasmesso da «Le Iene» la trasmissione di Italia 1
Rolando Bicego in un’immagine tratta dal servizio trasmesso da «Le Iene» la trasmissione di Italia 1

«Mio padre Rolando si è ucciso perché non aveva altra maniera per far conoscere l’ingiustizia contro cui ha combattuto per tanti anni. S’è sacrificato in cambio di attenzione, di ascolto, di considerazione, visto che le denunce fatte alla Dia di Padova, al comando generale dell’Arma a Roma e all’Ordine degli avvocati di Verona, non sono servite a niente. Ha urlato la sua disperazione a tutti». È la denuncia di Riccardo Bicego che martedì sera è stato protagonista di un servizio delle Iene su Italia 1, insieme alla mamma Stefania e al procuratore familiare nonché grande amico di Rolando, Ileno Bronzin (presidente dell’Associazione Veneta per la Difesa dei Diritti del Cittadino). Insieme, hanno ricostruito il calvario giudiziario che in 30 anni gli ha tolto la voglia di vivere. La storia inizia nel 1988 con una truffa da 20 milioni di lire imprestati ad un amico, Adriano Marchesini, che poi è scappato via con i soldi.

 

LA TRAGEDIA. Riccardo, 28 anni, il 18 settembre scorso ha trovato papà Rolando nel capanno degli attrezzi di casa, a San Mauro di Saline, impiccato ad uno scaffale con dei cavi elettrici. «Hanno tutti preferito fare i Ponzio Pilato», aggiunge Riccardo, «lavarsene le mani, evidentemente le sue proteste davano fastidio a qualcuno, a cominciare da quella che doveva salvarlo, l’avvocato Daniela Allegrini, e che invece l’ha affossato del tutto. Lei, insieme a tutti gli altri che si occupano di giustizia, ce l’hanno sulla coscienza». 

 

L’ACCUSA. «L’avvocato Daniela Allegrini che tutelava papà», denuncia Riccardo, «quei soldi se li è tenuti tutti, facendoli finire sul suo conto, per di più falsificando le firme delle deleghe con cui i miei genitori l’avrebbero incaricata a riscuotere le somme».È tutto raccontato nel servizio delle Iene dell’altra sera, arrivate a Verona a chiedere spiegazioni alla professionista, inseguendola fino a Venezia dove è Got (giudice ordinario togato), intervistando lo stesso Bronzin, Riccardo e sua mamma Stefania. L’inviato di Mediaset non usa mezze misure con l’avvocato, accusandola di «essersi incassata i soldi di un uomo che per la disperazione s’è suicidato».

LEI SI DIFENDE: «Tolto il mio onorario, gli ho inviato più volte a casa l’assegno da 20mila euro, con raccomandata di ritorno, me l’ha sempre rispedito indietro». E le firme sulle deleghe che secondo la perizia di una grafologa sarebbero false? «Forse le ha fatte lo stesso Bronzin, il loro mentore. Ecco, la disgrazia vera del signor Rolando è stata quella di affidarsi a quest’uomo». E annuncia querela.

Camilla Ferro

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