<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Minacciata con il punteruolo
e rapinata nella tabaccheria

Elena e Andrea Caniato poco dopo la rapina di ieri mattina DIENNE FOTO
Elena e Andrea Caniato poco dopo la rapina di ieri mattina DIENNE FOTO
Elena e Andrea Caniato poco dopo la rapina di ieri mattina DIENNE FOTO
Elena e Andrea Caniato poco dopo la rapina di ieri mattina DIENNE FOTO

L’ultima volta era stata nel settembre 2014, ma c’era stato un precedente anche nel febbraio 2011. Quella rapina subita in tabaccheria da Elena e Andrea Caniato è pressochè la fotocopia di quella di ieri. La donna gestisce assieme al marito titolare una tabaccheria a Veronetta, in via Muro Padri.

Erano circa le 11.20 di ieri quando in negozio è entrata una persona, un nordafricano. L’uomo ha minacciato la proprietaria con un punteruolo e si è fatto consegnare l’incasso, cento euro, quindi ha portato via anche il cellulare, e si è dileguato. In negozio poco dopo c’era anche Andrea, allertato dalla moglie sotto choc.

«Non mi ricordo niente, niente», sono state le poche parole della donna che ha rivissuto quei terribili momenti in più di un’occasione e che è stata sentita dalla polizia subito dopo il fattaccio

È scattato subito l’allarme, sul posto sono state mandate le Volanti, è stata diramata la ricerca dell’uomo che nel frattempo si era volatilizzato. Ha scelto probabilmente ieri per agire, considerato che la domenica mattina nel quartiere in giro c’è davvero poca gente e soprattutto zero traffico.

Anche a settembre del 2014 c’era soltanto Elena in negozio. Il malvivente era arrivato su uno scooter ed era entrato con il casco in testa e il volto coperto con carta da pane. Anche in quel caso il bottino era stato di un centinaio di euro. Anche in quel caso dalla testimonianza il bandito, era sembrato essere nordafricano. Sul posto, oltre alle Volanti sono andati gli uomini della polizia scientifica per cercare di recuperare qualche impronta utile alle indagini. Verranno visionati i filmati delle telecamere alla ricerca di un dettaglio, di un frame che possa indirizzare le indagini verso il responsabile.

«Per noi il danno economico, oltre alla paura è alto perchè consideriamo che riceviamo soldi per lo Stato e ne incassiamo il due per cento. Non possiamo utilizzare pagamenti con carte perchè il poco guadagno sarebbe eroso Mutuo una frase del nostro presidente nazionale», dice Roberto Fiorini, presidente dei tabaccai veronesi, «noi siamo il bancomat della criminalità. Rispetto al passato ci sono meno casi, ma ce ne sono e per chi subisce azioni simili resta la paura, poi a tornare in negozio. E vedere i responsabili già liberi».

Alessandra Vaccari

Suggerimenti