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Migliaia in centro città
per la sfilata degli Alpini

Per due giorni in piazza Bra gli Alpini hanno festeggiato il 144mo anniversario della fondazione delle truppe alpine FOTOSERVIZIO DI GIORGIO MARCHIORI
Per due giorni in piazza Bra gli Alpini hanno festeggiato il 144mo anniversario della fondazione delle truppe alpine FOTOSERVIZIO DI GIORGIO MARCHIORI
Per due giorni in piazza Bra gli Alpini hanno festeggiato il 144mo anniversario della fondazione delle truppe alpine FOTOSERVIZIO DI GIORGIO MARCHIORI
Per due giorni in piazza Bra gli Alpini hanno festeggiato il 144mo anniversario della fondazione delle truppe alpine FOTOSERVIZIO DI GIORGIO MARCHIORI

Pur nella grigia domenica di ieri, sotto la minaccia di qualche goccia di pioggia, il centro storico si è animato di migliaia di persone, con tanto di parcheggi esauriti. Le manifestazioni disseminate fra le principali vie e piazze, del resto, sono state tante: dai 144 anni degli alpini alla Giornata del donatore Avis; dalla campagna contro il tumore al seno promossa dall’Andos ai banchetti dell’artigianato su ponte Castelvecchio; dalle giostre per i bambini alla mostra di modellismo all’Arsenale, fino all’esposizione sui Maya in Gran Guardia. Ed ecco servito il pienone.

Per l’intera mattinata, penne nere e casacche verdi sono state il leitmotiv in piazza Bra. Gli alpini hanno festeggiato il «loro» 144esimo compleanno fra canti, messa, e ricordo dei caduti. La manifestazione era iniziata, infatti, al Cimitero Monumentale per ricordare le vittime delle guerre. Poi la sfilata, con le fanfare di Povegliano e Perzacco in testa, ha raggiunto attraverso via Pallone il monumento in fianco alla Gran Guardia, dove è stata deposta una corona d’alloro. Infine il corteo si è raccolto davanti a Palazzo Barbieri per i discorsi delle autorità e la celebrazione solenne, officiata dal cappellano don Rino Massella e impreziosita dal coro San Maurizio di Vigasio, diretto da Claudio Bernardi.

Presenti, per il Comune, gli assessori Antonio Lella e Alberto Bozza, e per la Provincia il consigliere Gaetano Nicoli. Insieme a loro il generale del Comfoter Claudio Rondano, il prefetto Salvatore Mulas, il questore Enzo Mangini, il deputato del Pd Diego Zardini, e il luogotenente dei carabinieri Ezio Schirato.

Intanto, tutt’attorno ai giardini, gli stand dell’Ana attraevano molteplici curiosi. Il presidente provinciale Luciano Bertagnoli ha illustrato: «Abbiamo portato in piazza il meglio di noi stessi, uomini e mezzi in grado di salvare le persone in difficoltà, di educare ai comportamenti corretti in caso di calamità. Ecco, allora, una parte del grande ospedale da campo dell’Ana. Ecco gli alpini paracadutisti, la protezione civile con i cani da salvamento e da macerie che hanno operato ad Amatrice, e i gazebo che raccontano la nostra storia».

«Questo compleanno è speciale», ha proseguito Bertagnoli, «perché incentrato sulla solidarietà. Per aiutare i terremotati del centro Italia, annuncio con gioia che stiamo raccogliendo somme dalle più disparate associazioni, ma anche da singoli cittadini che hanno fiducia negli alpini. Con questi soldi saranno costruiti centri polifunzionali ad Amatrice e Accumoli, e una palestra ad Arquata del Tronto. Ma lavoriamo anche ad altri progetti: Rete donna, che affronta l’emergenza abitativa in città con Caritas, Ater e Comune; il dono di coperte alla Ronda della solidarietà; e in Albania la ristrutturazione del ponte sul fiume Kiri». Come si fanno tutte queste cose? Basti pensare che, come riporta il Libro verde della solidarietà, solo nel 2015 gli alpini veronesi hanno elargito 286.158 euro in beneficenza e 77.911 ore di volontariato. Il totale italiano ammonta a quasi sei milioni di euro e 58 milioni di ore di lavoro.

La mattinata si è conclusa con la visita all’ospedale da campo allestito in Bra, guidata dal direttore della struttura Sergio Rizzini. Armenia, Afghanistan, Sri Lanka, ma anche Italia. L’unità, una delle più grandi esistenti, ha operato nei principali contesti di guerra e calamità naturali. Ogni tenda, un reparto: radiologia, traumatologia, analisi, sale operatorie, ma anche maternità e pediatria. Per trasportare l’intero ospedale occorrono dodici Tir; in piazza se ne è potuta esporre solo una decima parte.

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