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ELEZIONI DEL 2017

Marco Giorlo torna:
solo contro tutti
E si candida sindaco

Marco Giorlo tra Franco Silvestri (a sinistra) e Gaudio Pedalino ieri al Liston 12 in Bra FOTO MARCHIORI
Marco Giorlo tra Franco Silvestri (a sinistra) e Gaudio Pedalino ieri al Liston 12 in Bra FOTO MARCHIORI
Marco Giorlo tra Franco Silvestri (a sinistra) e Gaudio Pedalino ieri al Liston 12 in Bra FOTO MARCHIORI
Marco Giorlo tra Franco Silvestri (a sinistra) e Gaudio Pedalino ieri al Liston 12 in Bra FOTO MARCHIORI

Marco Giorlo alla riscossa. Per tornare, stavolta da sindaco, a Palazzo Barbieri, nel 2017. Contro Tosi, il Pd e il 5 Stelle, anzitutto. «Sono per il popolo, non per i potenti che poi comandano in Comune. È la gente semplice, chi non ha lavora o vive nel disagio sociale, a dover comandare a Verona». Musica sudamericana in sottofondo. Come simbolo del suo movimento «Tutto cambia» l’Arena stilizzata, in colori blu, verde, giallo e arancione. Si proietta, al Liston 12, davanti a un centinaio di persone, un video con interviste a veronesi che denunciano «il Palazzo lontano», «la poca sicurezza», e il fatto che «bisogna cambiare sindaco».

Pure uno spezzone del film Viva l’Italia (2012), con l’orazione di Michele Placido nei panni di un ex politico uscito da questioni giudiziarie che denuncia il sistema corrotto e lancia l’idea di un articolo 140 della Costituzione: «L’Italia è una Repubblica fondata sulla verità». Giorlo (il secondo candidato sindaco ufficiale, dopo Michele Croce di Verona Pulita) racconta la sua, di verità. «Sono uscito da indagini giudiziarie per infondatezza del reato, come quattro procure hanno riconosciuto. Pensare che ero indagato per presunti legami con la criminalità organizzata», dice. «Indagini nate da esposti anonimi fatti giungere alla Procura. Nessuno però è venuto a chiedermi scusa, dopo. Né il capogruppo del Pd Bertucco o Benciolini del 5 Stelle, che hanno il primato di esposti. Sono deluso dal sindaco Tosi, dai consiglieri e assessori tosiani. Mi era stato chiesto di autosospendermi, per Report, e io l’ho fatto», aggiunge.

«Ma nessuno poi mi ha detto niente. E ringrazio il colonnello Storoni dei Ros di Padova che ha svolto le indagini e anche il procuratore capo Schinaia, che incontrato nei corridoi del tribunale mi ha poi espresso solidarietà dopo quanto accadutomi». Ma ora «voltiamo pagina. Perché tutto cambia». Ferroviere in pensione, 60 anni, Giorlo (già consigliere di centrosinistra) era assessore a sport e servizi demografici. Per la Lista Tosi nel 2012 prese 2.288 voti, (consigliere poi entrato in Giunta) il secondo più votato. Mai più reintegrato nella Giunta, da cui era uscito il 31 marzo 2014, prima di Report, la trasmissione di Rai Tre condotta da Milena Gabanelli, del 7 aprile, di cui erano uscite anticipazioni.

Ora Giorlo punta in alto. Affida a Franco Silvestri, agente di cantanti lirici, di illustrare il movimento: «Le due rotaie di Tutto cambia sono la Costituzione, fatta per essere a servizio del popolo per un Paese fondato su solidarietà e condivisione fra i ceti sociali», dice Silvestri, «e poi il Vangelo, non come libro confessionale, ma come messaggio eversivo di una società basata proprio sui valori che poi si trasfusero, duemila anni dopo, nella carta costituzionale». Giorlo pone paletti: «Avremo una lista e andremo da soli. Poi si vedrà. E faremo un buon risultato. Mai, comunque, con Pd e 5 Stelle». Nel direttivo di Tutto cambia Giorlo presidente, Silvestri segretario politico, poi Anna Maria Reami vicepresidente con delega agli affari legali, Alessandro Zanoni segretario operativo, Gaudio Pedalino e Valentina Paese alle relazioni con la stampa, Alberto Dall’Ora, tesoriere. E Giorlo scalda i motori.

Enrico Giardini

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