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IN ZONA STADIO

«Manca la sicurezza»
E l’edicola chiude
tre ore in anticipo

Agostino D’Aniello proprietario del chiosco di piazzale Olimpia
Agostino D’Aniello proprietario del chiosco di piazzale Olimpia
Agostino D’Aniello proprietario del chiosco di piazzale Olimpia
Agostino D’Aniello proprietario del chiosco di piazzale Olimpia

«A me non è mai capitato che entrassero a rubare. Però l'incasso lo porto via regolarmente. A casa ho moglie e due figli, io sono l'unica fonte di reddito e non voglio rischiare».

Così Agostino D’Aniello, 46 anni, proprietario del chiosco edicola di piazzale Olimpia, da un paio di mesi ha deciso di anticipare la chiusura serale alle 17. «Tanto dopo quell’ora non passa più nessuno. C’è una specie di coprifuoco, la gente ha paura e non esce». I problemi del quartiere Stadio sono noti.

«Ne approfitto per stare di più con la famiglia», sdrammatizza. Fino a poco tempo fa la rivendita di giornali rimaneva aperta anche fino alle 20, oggi campeggia un cartello che informa i clienti del nuovo orario. Ormai, spiega, non si può stare tranquilli quando viene buio. Indica il chiosco bar che sta nello spiazzo dietro il suo esercizio: «Adesso va meglio perché c’è lui che illumina un po’. Appena ti sposti e vai verso la curva nord, è un far west: gente che spaccia, che vende biciclette...». L’orario peggiore? «A parte la sera, è quello dalle 13 alle 16. Girano i tossici, qualcuno viene anche da me a chiedere soldi».

D’Aniello gestisce l’edicola dal 2005. In un decennio, da quella posizione centrale, ha visto le cose cambiare progressivamente. «Il declino è iniziato sei, sette anni fa», racconta. «C’è stato un periodo in cui prendevano di mira le signore con i cani, strappavano le borse o le collanine. Dopo varie proteste, solo per qualche tempo c’è stato un presidio fisso della polizia a giorni alterni. Ora chi porta a spasso il cane si organizza in gruppetti». E in quartiere sono da capo.

«Circa un anno fa, alle 6.30 di mattina sono arrivato al chiosco e il camion dei giornali non aveva ancora scaricato. Per terra, addossate all’ingresso dormivano tre persone. Ho cercato di svegliarli battendo la mano sulla porta. Erano stranieri, mi hanno risposto “dormire, dormire” e ci ho rimediato anche un bel vaffa. La polizia mi ha detto: “Veda se riesce lei a risolvere il problema, se no mandiamo una Volante”. Morale: per oltre un’ora non ho potuto aprire». Negli ultimi due anni è pure ricominciata la prostituzione, non solo di notte. «Stazionano sul piazzale dalle 11 del mattino. Una cammina, un’altra si siede sulle panchine qua dietro. Sono vestite in maniera normalissima, se so che sono prostitute è perché sto qui tutto il giorno e di certe cose mi accorgo».

«Si può andare avanti così?» Si domanda. «Questo quartiere o lo facciamo terra di nessuno oppure, se ci teniamo a vivere meglio tutti, servono più controlli e vigilanza». Intanto, dice, delle soluzioni per aumentare la sicurezza ci sarebbero: «Abbiamo chiesto più volte, per vie istituzionali, che venisse aumentata l’illuminazione, o potati gli alberi che coprono i lampioni.

Nulla di fatto. Ma servirebbe riqualificare la zona con servizi e attività», continua. Proposte? «Aprire il Bentegodi ai turisti. L’Hellas è una squadra centenaria e tanti turisti capitano qui. Mi chiedono informazioni e ci rimangono male quando scoprono che lo stadio non si può visitare. Entrerebbero anche a pagamento. Potrebbe essere un’attrattiva, soprattutto d’estate».

Laura Perina

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