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Mai più l’Arena gratis: una serata 45mila euro

Il sindaco Federico Sboarina con la soprintendente Cecilia Gasdia
Il sindaco Federico Sboarina con la soprintendente Cecilia Gasdia
Il sindaco Federico Sboarina con la soprintendente Cecilia Gasdia
Il sindaco Federico Sboarina con la soprintendente Cecilia Gasdia

Per l’amministrazione comunale rappresenta la «punta di diamante dell’offerta culturale della città di Verona». E ieri la giunta ha deciso di destinare alla Fondazione Arena tutto il ricavato di spettacoli e concerti extra-lirici. Inoltre, a Palazzo Barbieri sono stati approvati i nuovi canoni di concessione dell’anfiteatro per il periodo 2018-2021. Gli organizzatori degli eventi dovranno versare al Comune il dieci per cento dell’incasso oltre a una tariffa di 40mila euro a spettacolo nei giorni da lunedì a giovedì. Nei fine settimana e nelle giornate festive e prefestive tale tariffa salirà a 45mila euro. Tale canone, si sottolinea, potrà essere rideterminato a seguito a verifiche. «In giunta», spiega il sindaco Federico Sboarina, «sono state formalizzate le linee guida che come amministrazione avevamo già stabilito. In base a questo nuovo approccio tutti i ricavi di concerti e spettacoli che non rientrano nella stagione lirica saranno incamerati dal Comune e destinati alla Fondazione Arena che in questo modo avrà a disposizione maggiori risorse economiche». Inoltre il sindaco, che ha parlato della possibile entrata nel Consiglio di indirizzo di soci privati in grado di assicurare ulteriori risorse economiche, sottolinea che d’ora in poi l’anfiteatro non sarà più concesso gratuitamente. «L’anno scorso», esclama, «questo è successo quattro o cinque volte, con un mancato introito di 200mila euro». E ribadisce: «In precedenza tutto il ricavato dell’extra-lirica andava nelle casse comunali e alla Fondazione venivano destinate le risorse necessarie ai lavori di smontaggio e rimontaggio degli allestimenti; ora tutto viene riversato alla Fondazione e ciò significa disporre di un milione in più l’anno, cifra che contribuirà al rilancio della lirica in Arena, innovando e migliorando la qualità degli spettacoli con l’obiettivo di aumentare il numero di spettatori e attrarre investitori pubblici e privati». Nelle linee guida di Palazzo Barbieri, approvate dalla giunta, si sottolinea anche che «la programmazione degli spettacoli extra-lirica verrà migliorata e si integrerà con gli spettacoli della Fondazione Arena, senza confliggere con le prove e gli spettacoli lirici». Intanto, sui costi della Fondazione, si registra un duro attacco da parte di Michele Bertucco consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune. «È facile prevedere che il Consiglio di indirizzo appena insediato, per un controvalore di 700 mila euro annui sarà il più costoso della storia dell’ente» sostiene Bertucco. E aggiunge: «Il sindaco, che è anche presidente della Fondazione, non ha in mano nulla: mancano il piano di rilancio, il piano industriale, non si parla di innovazione, di cartellone, di nulla. A tirare la carretta restano i lavoratori che sacrificano una parte dello stipendio». Da Palazzo Barbieri si replicare a Bertucco affermando che l’attuale gestione della Fondazione Arena, a livello dirigenziale, «ha un costo di 536.500 euro, 138.500 in meno rispetto alla gestione Girondini, di 129.333 euro in meno rispetto alla gestione Fuortes e di 43mila rispetto alla gestione Polo». Il compenso della sovrintendente Cecilia Gasdia, che ha anche l’incarico di direttore artistico, è di 100mila euro, la metà rispetto a Francesco Girondini. L’allora direttore artistico Gavazzeni prendeva 98mila euro. Il compenso del direttore operativo Gianfranco De Cesaris è di 108mila euro e quello del direttore delle risorse umane Francesca Tartarotti di 114mila euro. «Management e dirigenti», così replica alle critiche il sindaco Sboarina, «rappresentano il volano per far crescere la Fondazione». •

E.S..

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