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M5S attacca, è scontro sulle tariffe dell’acqua

Scontro sulle tariffe dell’acqua. Un altro affondo del Movimento 5 Stelle sulla gestione delle aziende comunali di servizi e sugli enti partecipati. Stavolta nel mirino del capogruppo in Comune Gianni Benciolini, del consigliere del candidato sindaco Alessandro Gennari, e della militante Marta Vanzetto, finisce Acque veronesi, la società consortile che gestisce il servizio idrico su tre quarti dei Comuni veronesi.

Il M5S segnala che «il 3 Marzo 2017 con delibera n. 96/2017/S/Idr l’autorità per l’energia, il gas e il sistema idrico ha notificato ad Acque Veronesi l’avvio del procedimento disciplinare per aver violato le disposizioni relative al metodo per il calcolo tariffario. Infatti dal 5 al 9 Settembre 2016 la Guardia di Finanza ha svolto una verifica ispettiva presso l’azienda».

«Dalla documentazione acquisita», fanno notare i tre esponenti, «risulta che Acque Veronesi ha sottostimato il valore della rete fognaria, ha iscritto come bene acquistabile all’ingrosso l’Iva, mentre è un’imposta e infine, tra i costi, ha dichiarato l’acquisizione di personale che era già alle proprie dipendenze. Tali errori creano evidentemente una rappresentazione non corretta del bilancio e inoltre, come rilevato dall’authority, vi è una violazione della regolazione tariffaria che dipende anche dai parametri attribuiti agli elementi del bilancio. Ora attendiamo solo la sanzione». Gennari: «Vogliamo dare alle nostre aziende partecipate la competenza specifica per ogni settore attraverso bandi pubblici e valutare periodicamente i risultati conseguiti. Si può migliorare e noi siamo l’alternativa a questo sistema».

Niko Cordioli, presidente di Acque Veronesi, in una nota replica che «non c’è nulla di vero, nessuna sottostima del valore della rete fognaria (peraltro di proprietà di Agsm), né tanto meno alcuna violazione in materia di pagamenti dell’Iva o di regole tariffarie». Aggiunge: «Come ormai è consuetudine, il capogruppo del 5 Stelle Benciolini e il suo candidato sindaco hanno totalmente travisato il contenuto della Deliberazione 96/2017 della Aeegcsi, l’Autorità di controllo del settore. Contrariamente a quanto affermano, la Deliberazione in oggetto non scrive di alcuna sottostima delle reti fognarie di proprietà di Agsm», precisa, «mentre in materia di Iva addebitata dai Comuni per l’uso delle infrastrutture, la Società Acque Veronesi ha addirittura ottenuto, per prima in Italia, un interpello fiscale risultato favorevole alle modalità dalla Società stessa applicate».

Nello specifico, precisa Cordioli, «Acque Veronesi ha prudentemente accantonato nel proprio bilancio una cifra pari all’Iva normalmente indeducibile per i Comuni proprietari delle reti del servizio idrico integrato (acquedotti, fognature e depuratori). Una volta accertato che i Comuni potevano invece dedurla, tale accantonamento è stato annullato, azzerando quindi il costo accantonato in precedenza». Inoltre, «nella Deliberazione citata risultano totalmente omesse le partite di conguaglio tariffario dovute da Aeegcsi a favore di Acque Veronesi, emerse durante la visita ispettiva di settembre 2016».

Tali partite, conclude, «sono di importo ampiamente superiore a quelle citate in deliberazione e quindi i conti alla fine tornano a vantaggio di Acque Veronesi rispetto all’Autorità di controllo. E trattasi, di un avvio di procedimento sanzionatorio e non della conclusione dello stesso, quindi la Società sta tranquillamente lavorando per contestare gli addebiti nelle sedi competenti».E.G.

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