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Il caso

Lungadige Attiraglio, i lavori sull'argine
devastano la passeggiata. E non solo

Il caso
L'argine in lungadige Attiraglio (Perbellini)
L'argine in lungadige Attiraglio (Perbellini)
Le condizioni dell'argine (foto Perbellini)

In lungadige Attiraglio, da un paio di giorni, è all'opera una gru trincia arbusti che sta liberando gli argini da tutte le piante che costeggiano il fiume da ponte Catena alla diga del Chievo. Una decisione presa probabilmente per evitare che, in caso di piena, il fiume possa ingrossarsi senza sfogo ai lati. Peccato però che i possenti cingoli del mezzo abbiano letteralmente distrutto la passeggiata utilizzata soprattutto dai runners, che preferiscono evitare la strade per non rischiare di essere investiti. Non sono affatto rari i casi, infatti, di uscite autonome di auto i cui conducenti, con molta probabilità, si sono distratti guardando il cellulare. Almeno una decina gli incidenti solo quest'anno in quel tratto di strada.

 

Ma a non essere felici della decisione dell'intervento lungo l'Adige non solo i podisti che hanno visto il loro percorso devastato. Per nulla entusiasti nemmeno Maurizio Sighele dell'associazione Verona birdwatching che ricorda come tolti gli alberi arriva anche il "deserto faunistico". E Giorgio Massignan, 67 anni, architetto, già assessore comunale, a lungo attivo nell’associazione Italia Nostra e da qualche anno attivo in Verona Polis e che recentemente ha pubblicato proprio un libro con il nostro fiume come protagonista, L'Adige racconta Verona Quest'ultimo ha fatto notare che «Tagliare gli arbusti che crescono lungo le rive dei corsi d'acqua è dannoso per la fauna che vi trova riparo, per la stabilità degli argini che sono indeboliti dalla mancanza dell'apparato radicale, per la velocità dell'acqua, non più frenata dalla vegetazione e per l'estetica del paesaggio, che non è un argomento secondario. Ma, purtroppo, per molti, la vegetazione spontanea va sempre tolta, con tutte le conseguenze che comporta».

 

Marzio Perbellini

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