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Lotta alla violenza sulle donne, Verona centro nazionale

Violenza sulle donne: da Verona partirà una raccolta di dati per monitorare il fenomeno a livello nazionale e permettere al Ministero della Giustizia di studiare misure di prevenzione più puntuali ed efficaci. E’ il primo risultato del viaggio a Roma della Carta di Verona per le libertà e i diritti delle donne maltrattate promossa da Aiaf, l’Associazione italiana di avvocati di diritto di famiglia e presentata lo scorso novembre a Verona nella Giornata contro la violenza sulle donne.

Il giorno prima della Festa della donna, infatti, una delegazione Aiaf composta dagli avvocati veronesi Alessandro Sartori e Gabriella de Strobel e dall’avvocato Caterina Mirto è stata convocata al Ministero della Giustizia ed è stata accolta dal vicecapo gregario di gabinetto Gemma Tuccillo e dall’addetto alla segreteria ministeriale Matteo Bianchi. «Oltre ad apprezzare il documento, ci hanno incaricati di contattare tutte le sezioni regionali e territoriali dell’associazione per fornire loro dati sulle denunce penali, sui procedimenti in sede civile per ottenere l’allontanamento per violenze domestiche e sugli ammonimenti contro lo stalking», anticipa Alessandro Sartori, presidente Aiaf.

L’allerta è alta, dopo che la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per non aver tutelato prontamente una donna e il figlio, poi assassinato, da atti di violenza domestica da parte del marito pur avendo segnalato il pericolo alle autorità.

«Dopo aver ratificato la convenzione di Istanbul con la legge del 2013 l’Italia ha introdotto sanzioni più pesanti e stimolato un sistema di rilevazione per una prevenzione che però deve essere veloce ed efficace» continua Sartori. «Proprio a questo mirano anche i 12 punti della Carta di Verona, che sancisce il diritto per ogni donna che può subire violenza a interrompere rapporti molesti, a godere di misure di protezione e tutela, a ricevere pronto ascolto e a sporgere denuncia senza lungaggini o essere scoraggiata, rassicurandola e garantendo che sia informata sugli strumenti di prevenzione e assistenza» aggiunge Gabriella de Strobel, segretario Aiaf. Fa riflettere il fatto che in numerosi dei 116 femminicidi verificatisi nel 2016 siano state colpite donne che avevano sporto denuncia - e sono ancora poche quelle che lo fanno. «Non dimentichiamo che la donna che ha il coraggio di denunciare poi torna a casa», ricorda Giuliana Guadagnini, responsabile del Punto Ascolto Uat VII.

«Oggi più che mai è importante comprendere le caratteristiche dei reati nei diversi territori per fronteggiare le emergenze quotidiane. Attenzione e risorse economiche vanno concentrate sul pronto intervento».M. Somm.

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