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Clima e salute

Smog alle stelle
la città soffoca
Tumori e asma

Il traffico di auto e camion è una delle fonti principali per le Pm10
Il traffico di auto e camion è una delle fonti principali per le Pm10
Il traffico di auto e camion è una delle fonti principali per le Pm10
Il traffico di auto e camion è una delle fonti principali per le Pm10

A Parigi i grandi della Terra discutono su come salvare il pianeta dai cambiamenti climatici e appare evidente come per evitare una catastrofe irreversibile l’impegno debba essere globale, a livello «macro» e «micro». Inoltre l’Italia, ha svelato l’Agenzia europea dell’ambiente nel suo ultimo rapporto, segna il record del numero di morti premature a causa dello smog: 84.400 sulle 491mila dell’intera Ue (dati 2012). La zona più colpita si conferma la Pianura Padana, che per conformazione trattiene gli inquinanti. Tre i «killer» sotto accusa: le polveri sottili, come Pm10 e le ancor più microscopiche Pm2.5, generate soprattutto dal traffico; il biossido di azoto (NO2) e l’ozono (O3) negli strati più bassi dell’atmosfera.

BOLLETTINO DELLO SMOG. E arriviamo quindi a noi, a Verona. Negli ultimi giorni le due centraline Arpav in città, in Borgo Milano e in località Cason (San Massimo), hanno registrato una quantità di Pm10 oscillante fra i 54 e i 72 microgrammi per metro cubo, quando non si dovrebbe superare la soglia di guardia dei 50. Già infranto, tra l’altro, il limite annuale di 35 giorni di sforamento del Pm10 imposto dall’Europa: a Borgo Milano siamo già al numero 43, al Cason al settantesimo. E il Pm2.5, al Cason, risulta oltre quota 40 microgrammi per metro cubo, anziché i 25 consentiti.

Tutti questi numeri per dire che il problema su cui si arrovellano i capi di Stato a Parigi tocca Verona molto da vicino. Eppure è opinione diffusa tra i medici veronesi che, a fronte dei danni causati dall’aria cattiva alla salute dei cittadini, poche iniziative vengono messe in campo per migliorare la situazione.

MOBILITÀ, VERDE, STILE DI VITA. In un recente convegno organizzato da Giampaolo Velo, già ordinario di Farmacologia all'Università, è emerso che lo smog ruba ai veronesi un anno di vita.

Massimo Valsecchi, medico igienista, ex direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 20, conferma le linee di intervento già anticipate: «Verona deve muoversi per combattere l’inquinamento, agendo in più direzioni e imponendosi anche obiettivi di lunga scadenza».

«Il bike sharing, il car sharing: sono iniziative che vanno nella direzione giusta, ma ancora troppo ristrette per generare una mitigazione», continua Valsecchi. «Bisogna agire in modo incisivo sulla mobilità, sul verde, e sul riscaldamento/raffrescamento domestico, oltre che su una pianificazione urbana che eviti di concentrare gli attrattori di traffico dentro o alle porte del centro».

Partiamo dalla mobilità: «Serve, lo si dice da anni, un grande mezzo di trasporto pubblico che permetta di fare a meno dell’auto. Il filobus? Da ciò che si sa finora, non mi pare strutturato per risolvere il problema», risponde Valsecchi.

L’Atv segnala che il servizio viene svolto con una flotta di 175 autobus e di questi 104 sono mezzi ecologici alimentati a gas naturale (o euro 6) e coprono il 70% delle percorrenze giornaliere; gli altri bus (in prevalenza Euro 2) sono utilizzati solo per brevi corse di supporto (bis) nelle ore di punta. Negli ultimi due anni sono stati effettuati 34 nuovi acquisti di mezzi.

Valsecchi prosegue: «Un grande parco all’ex scalo ferroviario darebbe ossigeno ad almeno quattro popolosi e cementificati quartieri di Verona sud». Riscaldamento: «Segnalo un intervento molto positivo: l’impianto geotermico realizzato nell’ambito del restauro dell’ex caserma Santa Marta. Verona ha la fortuna di disporre di bacini sotterranei di acqua calda: andrebbero sfruttati di più».

SALUTE. L’inquinamento «fa aumentare le infezioni virali semplici alle vie respiratorie e acuisce le patologie croniche, come l’asma e la bronchite cronica, fino a una maggiore incidenza statistica di tumori al polmone», spiega Andrea Rossi, direttore dell’unità di Pneumologia dell’Azienda ospedaliera. E consiglia: «I malati cronici dovrebbero evitare di uscire di casa durante i picchi dello smog, soprattutto quando il cielo è coperto e c’è foschia».L. Co.

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