Tassisti sul piede di guerra sulle tariffe. «Sì alla concorrenza, no all’illegalità». È lo slogan della protesta che porterà Uritaxi, l’Unione di rappresentanza dei tassisti italiani, a uno sciopero nazionale dei Taxi martedì prossimo, 21 novembre. «C’è preoccupazione per una politica che sembra intenzionata ad aprire a multinazionali che operano nel settore», dice Stefano Sella, presidente di Uritaxi Veneto e membro del direttivo nazionale, che ieri e anche oggi, dalle 12 alle 17, ha promosso un presidio in piazza Bra, angolo di via Roma, per informare i cittadini e far capire loro i motivi della protesta».
I tassisti veronesi, informa lo stesso Sella, presenti tra gli altri Andrea Soso e Alberto Pertile, «garantiranno comunque martedì i servizi di prima necessità». Il rischio avvertito dagli operatori di un’apertura a multinazionali che operano nel settore è, dice Uritaxi, «in primis un rischio per il passeggero, che non gode delle garanzie di rintracciabilità e sicurezza di chi invece si affida a una struttura collaudata, con una sede nel territorio, con conducenti opportunamente formati». È una concorrenza «che si fa forte solamente di prezzi più competitivi. Tariffe che non possono essere paragonabili con chi opera e paga regolarmente le tasse in Italia».
Così, «forti di decisioni e verdetti esemplari, dove si è dimostrato con centinaia di fatti di cronaca l’inaffidabilità del servizio e il deterioramento della categoria, diciamo “No” a una concorrenza sleale che non nasce certo per migliorare il servizio, ma per una mera forma di guadagno. È determinante normare le “applicazioni” tecnologiche e dare vita a un tavolo di lavoro serio e competente, senza dimenticarci che dietro al volante di un taxi ci sono migliaia di famiglie». Ma ci sarebbe uno spiraglio di trattativa con il Governo, per evitare lo sciopero.E.G.