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Lite tra condomini
Guardia giurata
colpevole di lesioni

Un anno e 4 mesi di reclusione: tanto è costato ad una guardia giurata l’aggressione al vicino di casa. Tutta «colpa» dei rumori che provenivano dall’appartamento nel quale viveva una famiglia con alcuni bimbi piccoli. La guardia giurata e la moglie, esasperati dal rumore che nell’arco della giornata, a loro dire, era insopportabile litigarono spesso ma nel 2015, nel corso dell’ennesima discussione, L.C., 54 anni, affrontò il trentenne marocchino mentre scendeva dalle scale del condominio di Sommacampagna in cui vivevano i due nuclei familiari.

La vittima, un uomo di 34 anni di origini marocchine, riportò ferite di arma da taglio alle mani, ferite da difesa secondo l’accusa. E ciò che in aula, davanti al giudice Paola Vacca, ha raccontato la vittima ha confermato che tra i due si arrivò al contatto fisico sulle scale. Alterati dalle continue discussioni, dalle minacce alla moglie ritenuta responsabile del fatto che i due bimbi piccoli disturbassero la quiete dei vicini e dalla «promessa» che li avrebbero cacciati da lì, nel 2014, arrivarono a scontrarsi.

All’ospedale finirono in due, uno con ferite da arma da taglio alle mani ed escoriazioni al collo, l’altro con una vertebra rotta. E per entrambi scattò una denuncia per lesioni. Il cittadino originario del Marocco (difesa Simone Bergamini e nel processo parte civile) fu prosciolto al termine dell’udienza preliminare perchè il gup ritenne che si era trattato di legittima difesa: per evitare i fendenti aveva dato una spinta a L.C. che era caduto dalle scale e si era procurato la frattura alla schiena.

«Mi ha aggredito sulle scale cercando di colpirmi allo stomaco e sono riuscito a salvarmi soltanto perché mi sono protetto con le mani», raccontò al giudice Vacca, testimoniò anche la moglie sostenendo che le lamentele erano continue, che i bambini piccoli capitava piangessero qualche volta nell’arco della giornata e che non era colpa dei piccoli se i vicini stavano riposando.

Il coltello non venne mai trovato, l’imputato nel corso del processo ha ammesso il litigio (la sua caduta dalle scale venne ritenuta guaribile in oltre 30 giorni) e si è scusato con il vicino. Difeso da Marcello Manzato e Maurizio Milan ha affrontato il processo. E ieri è stato condannato.

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