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scuola e disagio

Lite con coltello
«Mio figlio
non è un violento»

L'istituto Cangrande in Corso Porta Nuova
L'istituto Cangrande in Corso Porta Nuova
L'istituto Cangrande in Corso Porta Nuova
L'istituto Cangrande in Corso Porta Nuova

Due ragazzi feriti. Uno per i pugni presi. L'altro per il taglio a una mano causato dalla lama di un coltello tascabile. Un istituto superiore di buona fama, il «Cangrande» in Corso Porta Nuova, che, a partire dal dirigente Giuseppe Rizza, si interroga sul «fattaccio» accaduto in strada tra due studenti, una sorta di regolamento dei conti dopo una divergenza cominciata in aula. Indagano i Carabinieri, indaga anche il ministero della Pubblica Istruzione che ha affidato l'incarico a Laura Donà. Una psicologa intanto incontra i compagni dei due protagonisti per cercare di delimitare i contorni dell'accaduto. La scena dell'alterco sarebbe stata ripresa da alcuni ragazzi con i telefonini, testimonianze preziose: gli investigatori lanciano un invito a fare visionare tale materiale, garantendo nel contempo l'anonimato.

 

Intanto la madre del ragazzo che sarebbe stato in possesso del coltello, sospeso dalle lezioni «in via cautelare» come il compagno, ha avuto un lungo colloquio con il preside e la psicologa Giuliana Guadagnini: non riesce a capacitarsi dell'accaduto, riguardo a un figlio «amante dello sport» e finora mai coinvolto in episodi violenti. Tutto resta da indagare e, soprattutto, da capire.  

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