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FONDAZIONE ARENA

Lirica in crisi,
si chiede aiuto
al prefetto

Novembre 2015: musicisti della Fondazione Arena suonano davanti alla sede occupataFrancesca Tartarotti
Novembre 2015: musicisti della Fondazione Arena suonano davanti alla sede occupataFrancesca Tartarotti
Novembre 2015: musicisti della Fondazione Arena suonano davanti alla sede occupataFrancesca Tartarotti
Novembre 2015: musicisti della Fondazione Arena suonano davanti alla sede occupataFrancesca Tartarotti

Lirica nel caos, si chiede l’intervento del prefetto Salvatore Mulas: convochi lui le parti, «a garanzia di una trattativa chiara». Ciò visto il braccio di ferro fra sindacati e Fondazione Arena sulla riduzione di personale di un’ottantina di lavoratori (sui 283 totali; una ventina con possibili prepensionamenti e riduzione fino a un massimo di 65 amministrativi-tecnici) con la Legge Bray, per risparmiare cinque milioni. I sindacati e la Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) alzano il tiro. Questo a fronte della linea intrapresa del direttore operativo della Fondazione Arena, Francesca Tartarotti, che domani li ha riconvocati dopo l’ultimatum partito giovedì scorso: o si libera la sede di via Roma dall’occupazione e si comincia il confronto sul contratto integrativo e sul personale, o avanti tutta con l’applicazione della legge Bray e con il piano di risanamento.

Il percorso, però, è in salita, per la Fondazione lirica di cui è presidente il sindaco Flavio Tosi e che ha come sovrintendente Francesco Girondini.

«NON VOGLIAMO ripristinare lo status quo e siamo disposti a collaborare, ma non possiamo. Perché al tavolo delle trattative ci viene data una descrizione oscura, fumosa, irreale, delle misure che si vogliono prendere. Per questo chiediamo che durante i confronti fra noi e Fondazione Arena sia presente il prefetto, come garanzia». La richiesta parte da Gianluca Gheller, sindacalista della Uil, durante la conferenza dei capigruppo in Consiglio comunale sul caso Fondazione Arena - convocata due settimane fa - aperta ai sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil e Fials-Cisal della categoria dei lavoratori dello spettacolo. E i consiglieri comunali di minoranza (Lega, Fratelli d’Italia, Pd, Sel, Movimento 5 Stelle) si fanno portavoce della richiesta.

Nella riunione in municipio mancavano però i consiglieri di maggioranza, della Lista Tosi, lo stesso Tosi (per impegni assunti in precedenza, visto che in origine la riunione era fissata l’1 febbraio ed è invece slittata a ieri) e anche Girondini. Il quale ha inviato una nota al presidente del Consiglio comunale Luca Zanotto (Lega) che l’ha letta, in cui dice che la Fondazione si rende disponibile a ogni chiarimento non appena sarà concluso il percorso di informativa e confronto sindacale sulla trattativa in atto, «e ciò nel rispetto del principio di correttezza verso le parti sindacali considerata la delicatezza del momento».

Le minoranze consiliari però - insieme ai sindacati Cgil (Paolo Seghi), Nicola Burato (Cisl), Ivano Zampolli (Uil) e Fials-Cisal (Dario Carbone) rappresentati da numerosi esponenti - hanno stigmatizzato l’assenza della controparte. «Da anni facciamo presente che qui si sta tagliando solo posti di lavoro e manca il rilancio artistico», dicono i lavoratori. «E la Fondazione sta morendo».

Condividendo la preoccupazione di una modalità di trattativa «con tanti punti oscuri» il Pd (capogruppo Michele Berticco e poi Elisa La Paglia, Luigi Ugoli e Damiano Fermo), il M5S (Gianni Benciolini), Fratelli d’Italia (Ciro Maschio) e la Lega(Luca Zanotto, presidente del Consiglio comunale) e anche Sel, hanno dato mandato al presidente del Consiglio comunale di invitare il prefetto Mulas a convocare le parti, cioè la Fondazione Arena (Tartartotti) e i sindacati.

Enrico Giardini

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