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IL CASO AVIO HANDLING

Licenziati dal Catullo
chiedono un posto
in aziende pubbliche

Gli ex dipendenti della società aeroportuale a Palazzo Barbieri
Gli ex dipendenti della società aeroportuale a Palazzo Barbieri
Gli ex dipendenti della società aeroportuale a Palazzo Barbieri
Gli ex dipendenti della società aeroportuale a Palazzo Barbieri

Il 18 settembre 2013 il Consiglio comunale aveva approvato una mozione che impegnava il Comune a garantire il posto di lavoro ai 90 lavoratori ex Avio handling allora in cassa integrazione. Poi, il 16 giugno 2014, ne veniva votato un secondo che chiedeva di attivarsi, in collaborazione con i vertici dell’aeroporto Catullo, degli altri enti pubblici e della Camera di Commercio, per i 76 lavoratori ancora in cassa integrazione. «Ad oggi», protestano i rappresentanti dei 76 ex dipendenti della società di servizi aeroportuali ieri a Palazzo Barbieri, «non è però successo nulla e la frustrazione è enorme, abbiamo concluso la cassa integrazione e siamo stati collocati in mobilità e tra pochi mesi ci mancherà l’ossigeno». E aggiungono: «Dopo Avio handling si preannuncia la messa in mobilità per 28 lavoratori della Catullo Spa, per quanto dovrà andare avanti questa carneficina?». Infine, chiedono che si renda retroattivo, affinché ne possano usufruire anche loro, l’atto di indirizzo dello scorso 24 settembre in cui si prevede che le società partecipate, prima di procedere a nuove assunzioni, si rivolgano ai lavoratori in mobilità di altre aziende pubbliche. «Siamo gli unici in questa situazione e abbiamo professionalità spendibili, dalla guida di autobus, alle conoscenze informatiche e delle lingue straniere». E.S.

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