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LEGNAGO

Legnago, uno «sfollagente»
come eredità da Rettondini

Il manganello è stato tolto subito così come il sistema d'ingresso  controllato con una tessera «Il municipio è aperto a tutti»
Lo sfollagente estensibile trovato sulla scrivania dal sindaco Clara Scapin e subito riposto DIENNE FOTO
Lo sfollagente estensibile trovato sulla scrivania dal sindaco Clara Scapin e subito riposto DIENNE FOTO
Lo sfollagente estensibile trovato sulla scrivania dal sindaco Clara Scapin e subito riposto DIENNE FOTO
Lo sfollagente estensibile trovato sulla scrivania dal sindaco Clara Scapin e subito riposto DIENNE FOTO

Sulla scrivania del sindaco spunta un manganello sfollagente. È la sorpresa che Clara Scapin, eletta alla guida di Palazzo de' Stefani, si è trovata su tavolo del suo ufficio di primo cittadino nei giorni successivi al suo insediamento. A lasciare in «eredità» al suo successore di centrosinistra lo strumento di difesa, solitamente in dotazione agli agenti di sicurezza, è stato l'ex sindaco Roberto Rettondini. Scapin, una volta scoperto il funzionamento del bastone telescopico, ha deciso di riporlo in un cassetto e di non utilizzarlo. Così come ha stabilito, soltanto dopo poche ore di funzionamento, di disattivare la porta scorrevole automatica installata nei giorni scorsi nella parte nuova del Comune, allo scopo di creare un «filtro» contro i malintenzionati, ripristinando il libero accesso ai piani superiori per tutti i cittadini. Il bastone metallico, che quando richiuso è lungo qualche decina di centimetri, era a disposizione di Rettondini dal 2010, da quando cioè l'ex primo cittadino leghista aveva ricevuto minacce di morte ed intimidazioni. Per questo il prefetto Perla Stancari, quattro anni fa, aveva conferito a Graziano Nalin, uno dei dipendenti del comune, la qualifica di agente di pubblica sicurezza con il preciso compito di garantire l'incolumità del sindaco. Tale incarico è stato revocato qualche mese fa e non è stato rinnovato dalla prefettura, che evidentemente non ha ravvisato l'esistenza di ulteriori pericoli per Rettondini. Era stato proprio l'«autista-bodyguard» Nalin a prestare all'ex primo cittadino del Carroccio il bastone telescopico, che è di sua proprietà.
«Gliel'ho consegnato a scopo precauzionale», spiega Nalin, «nell'eventualità in cui l'ex sindaco si fosse trovato a tu per tu con un malintenzionato». «Per fortuna», ammette Rettondini, «non ho mai avuto bisogno di utilizzarlo per difendermi. Ad ogni modo, visto che lo sfollagente portatile mi era stato affidato nell'ambito della mia attività istituzionale, ho pensato di lasciarlo sulla scrivania».
Scapin, dal canto suo, sottolinea la volontà di non utilizzare il «bastone» e di restituirlo al legittimo proprietario. «Non è assolutamente questo il modo in cui intendiamo rapportarci con i cittadini», rimarca il neo sindaco. Proprio per ribadire tale indirizzo, Scapin ha revocato le disposizioni, stabilite dal precedente esecutivo, per regolare l'accesso dei visitatori al primo piano, dove si trovano gli uffici scolastici, dei servizi sociali e quello dello stesso sindaco. Il progetto per regolare l'ingresso ai livelli superiori di Palazzo de' Stefani era stato approvato agli inizi di aprile per un importo totale di 12mila euro. La barriera mobile, lunga due metri ed alta due e mezzo e dotata di vetri antisfondamento, è stata allestita nei giorni scorsi e si apriva solo dalla guardiola dell'atrio o con tessera magnetica. Per far funzionare la porta scorrevole, erano stati incaricati i messi, gli stessi che, prima della realizzazione della nuova porta, erano stati dislocati ai piedi della scala di accesso al primo superiore per controllare il passaggio delle persone. Tutto ciò aveva scatenato le proteste di qualche utente, a cui il messo di turno aveva chiesto di consegnare un documento d'identità prima poter di accedere ai servizi comunali.
«I cittadini devono poter entrare in municipio senza il timore di venire identificati», rimarca Scapin, «e per consentire la partecipazione di tutta la collettività, si rivolgano liberamente ai nostri sportelli: le porte rimarranno aperte a tutti. Inoltre, revocheremo la precedente delibera con le disposizioni sulla sicurezza all'entrata». Poi aggiunge: «È ovvio che non tollereremo chi si presenterà nei corridoi per sfogare senza alcuna ragione la propria ira contro il personale. Abbiamo a cuore l'incolumità dei dipendenti comunali, per questo ci adopereremo affinché, nei settori più esposti, gli impiegati e le assistenti sociali non rimangano lasciati soli.

Fabio Tomelleri

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