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Indagini sulla ’ndrangheta

Legami con le ’ndrine
Il prefetto «blocca»
azienda di trasporti

La sede della Vero Transport a Nogarole RoccaIl prefetto Salvatore Mulas
La sede della Vero Transport a Nogarole RoccaIl prefetto Salvatore Mulas
La sede della Vero Transport a Nogarole RoccaIl prefetto Salvatore Mulas
La sede della Vero Transport a Nogarole RoccaIl prefetto Salvatore Mulas

Un’altra azienda di autotrasporti nel mirino, un’altra azienda pericolosamente vicina alla ’ndrangheta che da oggi non potrà più fare affari con alcuna amministrazione pubblica. «Quando la mafia riesce a penetrare nel tessuto economico di una città, finisce per inquinarlo. Ed è anche per questo che va combattuta», è il refrain che ha sempre ripetuto il prefetto di Verona Salvatore Mulas: e dalla sua penna è arrivato un altro stop ad attività giudicate troppo poco trasparenti per far correre allo Stato il rischio di lavorarci assieme.

L’ottava interdittiva antimafia firmata negli ultimi dodici mesi da Mulas ha colpito la Verotransport Srl di Nogarole Rocca, gestita da un imprenditore di 31 anni di origine calabrese, già colpito poche settimane fa da un’altra interdittiva, quella indirizzata alla Albi Service & Noleggi Srl di Sommacampagna, della quale è contitolare. Il sospetto è che ci siano stretti legami con potenti famiglie della ’ndrangheta, in particolare quella dei Franco.

Gli accertamenti della Prefettura si sono indirizzati infatti verso due nuclei familiari calabresi da anni insediati nella provincia di Verona, che gestiscono e hanno gestito diverse aziende di trasporto, come la Tranz Veicom Srl di Nogarole, chiusa poco prima di essere colpita dall’intervento del prefetto. È emerso che l’attuale titolare della ditta, che fa parte dell’ultima generazione di una delle due famiglie, è riconducibile direttamente ai tre fratelli Franco, indagati per il reato di associazione di stampo mafioso perché sospettati di far parte della cosca ’ndranghetistica Pesce, decapitata dall’operazione «Porto Franco» del 2014 della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. I Franco sarebbero un «satellite» della famiglia Pesce e in febbraio il tribunale di Reggio Calabria ha condannato in primo grado Antonio Franco a 11 anni e mezzo e Giuseppe Franco a 10 anni. Domenico Franco, invece, resta in carcere in attesa di essere giudicato. Dopo accurate indagini, che hanno coinvolto il tavolo di supporto integrato delle forze di polizia (composto da questura, carabinieri, finanza, e e antimafia di Padova), la Prefettura ha individuato quelli che vengono definiti «chiari indici di continuità aziendale fra la Verotransport e quelle precedentemente gestite dai fratelli Franco, suffragati da una costante trasmigrazione di veicoli, dipendenti e sedi tra le une e le altre».

Anche la Procura di Verona si era interessata alla Verotransport: nel corso delle indagini era stato scoperto che l’azienda di Nogarole manteneva legami con cooperative di lavoro fittizie, usando di fatto le stesse strategie elusive già utilizzate dalla cosa Pesce e messe in luce dall’operazione «Porto Franco».

Fra l’altro anche le interdittive che avevano colpito negli ultimi mesi Albi Service e Agl Group erano partiti dagli accertamenti sulle stesse due famiglie. RI.VER.

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