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«Le stufe sono più dannose Ma difficili da controllare»

Una stufa che viene alimentata a pellet
Una stufa che viene alimentata a pellet
Una stufa che viene alimentata a pellet
Una stufa che viene alimentata a pellet

È dagli anni Novanta che ha preso il via l’ammodernamento dei catalizzatori sulle auto per rendere la combustione dei motori sempre meno nociva all’aria. Il fascino dei caminetti accesi, tenuti vivi senza protezioni e alimentati con ciocchi di legna, oppure a pellet, che si caratterizzano per il focolare chiuso, non è invece stato ancora particolarmente scalfito dalle precauzioni ambientali. Di recente, la Regione Veneto, su direttiva nazionale che interessa la pianura padana, è però corsa ai ripari con una serie di divieti e ordinanze, adottate anche dal nostro Comune. Si sta andando verso nuove certificazioni che favoriscano le stufe più moderne con rendimenti maggiori e minori emissioni. Se l’allerta arancione che sarà in vigore fino a domani impone lo stop all’utilizzo di generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa, in presenza di un riscaldamento alternativo, che abbiano prestazioni energetiche ed emissive inferiori alla classe tre stelle, in generale l’ordinanza comunale in vigore fino al 31 marzo, vieta di installare generatori di calore con una classe di prestazione emissiva inferiore alle 3 stelle. I generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa, invece, non possono avere una classe inferiore alle 2 stelle. Paragonare le emissioni delle auto a quelle dei camini è difficile, visto che nel primo caso sono calcolate a chilometro e nel secondo a chili di legna bruciata. Anche la sostanza che viene introdotta nell’aria è diversa, pur trattandosi sempre di una miscela di ossidi di azoto e polveri. «Un conto è parlare di gas serra, emissioni di anidride carbonica che non danno nessun problema diretto all’uomo, ma portano all’aumento della temperatura terrestre. Altra cosa sono invece le biomasse, considerate energie rinnovabili visto che non generano emissione di Co2», fa presente Emanuele Vendramin, ingegnere esperto di combustibili. «In Pianura Padana, però, dove si accumulano polveri sottili e anidride solforsa, i rischi aumentano». Il legno produce più polveri sottili e composti cancerogeni rispetto alla benzina e al gasolio, e l’impatto è maggiore per l’atmosfera, ma si riduce se proporzionato alla quantità rilasciata, inferiore a quella delle auto. «Durante l’Epifania i valori schizzano per la presenza dei vari falò, ma l’effetto dura un paio di giorni», fa notare l’esperto. «L’impatto delle auto è invece costante. D’altro canto se è possibile controllare e multare chi viaggia su un Euro 4, è ben più utopistico pensare di arrivare a identificare chi utilizza stufe con un numero di stelle inferiori a quello consentito». Del resto simili provvedimenti a spot sembrano lasciare il tempo che trovano. «Siamo molto in balia delle condizioni atmosferiche e non appena vengono superati i livelli di pm10 consentite nell’aria si bloccano traffico e camini», conclude Vendramin. «Servirebbe un piano generale con obiettivi da raggiungere nell’arco di una decina di anni adottando precauzioni costanti». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Chiara Bazzanella

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