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LA CHIESA DETTA LE REGOLE

Le nuove frontiere
del caro estinto:
stop al business

Urne funerarie per le ceneri. La Chiesa ha dato precise indicazioni per evitare riti pagani
Urne funerarie per le ceneri. La Chiesa ha dato precise indicazioni per evitare riti pagani
Urne funerarie per le ceneri. La Chiesa ha dato precise indicazioni per evitare riti pagani
Urne funerarie per le ceneri. La Chiesa ha dato precise indicazioni per evitare riti pagani

La Chiesa per la prima volta scrive nero su bianco le linee-guida sul post mortem dei propri fedeli. Cremazione sì, dispersione delle ceneri no. E divieto anche di portare l’urna in casa o di trasformare le ceneri dei propri cari defunti in ricordi commemorativi, come gioielli o diamanti.

Una soluzione, quella della cremazione, in costante crescita negli ultimi anni anche a Verona, come conferma Francesco Turchiarulo, presidente di Socrem, l’Associazione per la cremazione.

«Attualmente la percentuale di chi sceglie questa pratica si attesta intorno al 30-35 per cento nel Veronese, mentre in città è certamente superiore», spiega Turchiarulo. «La nuova pronuncia favorevole della Chiesa sulla cremazione è destinata ad accendere un nuovo interesse: già ieri, infatti, abbiamo ricevuto molte nuove richieste di informazioni sull’argomento».

Se la pratica è già molto diffusa in città, lo è meno nei piccoli paesi della provincia, più legati alle vecchie tradizioni. «Negli ultimi anni, assieme alla cremazione, è cresciuta molto anche la dispersione delle ceneri in natura, che ormai ha raggiunto la quota del 20 per cento», fa sapere Turchiarulo. «Perché ciò sia possibile, però, il defunto deve essere iscritto alla Socrem e precisare la sua volontà in un documento, oppure registrarla dal notaio. L’autorizzazione alla dispersione arriva poi dai singoli comuni».

Tra le mete più gettonate, ci sono sicuramente il fiume Adige, il lago di Garda, ma anche il Monte Baldo. «Generalmente le persone scelgono un luogo che ricordi loro le proprie origini o un periodo felice della loro vita», conclude il presidente di Socrem. «Molto pochi sono invece i casi in cui viene richiesto di portare a casa l’urna con le ceneri: è infatti difficile per i parenti avere un contatto continuo con il defunto».

Chi ogni giorno ha a che fare con familiari che si ritrovano a dover eseguire le ultime volontà dei propri cari defunti sono i titolari delle onoranze funebri veronesi.

«Ci siamo occupati della dispersione delle ceneri di alcune persone, soprattutto sulle montagne della Lessinia, ma i casi non sono così frequenti, perché ci deve essere un’espressa volontà del defunto, scritta, e in pochi lo fanno», spiega Ivo Lovato, responsabile commerciale di Cof Nordest. «Inoltre, abbiamo ricevuto alcune richieste di informazioni sulla possibilità di trasformare le proprie ceneri in gioielli».

A Daniele Pertile, titolare dell’omonima società di onoranze funebri, è stato chiesto di realizzare un anello con all’interno un capello del defunto. «Si tratta di una normale fedina: il capello viene sigillato all’interno e poi viene inserita una dedica, con il nome e cognome della persona morta», spiega Pertile. «Il costo si aggira sui 1.800-2mila euro, a seconda dell’anello scelto».

A Fabio Simonini delle onoranze Santa Lucia è capitato invece di spargere le ceneri di una ragazza defunta nell’oceano Pacifico. «Aveva vissuto per diversi anni in Canada e, dopo la morte, ha voluto tornare là», racconta Simonini. «Perché ciò sia possibile è indispensabile il passaporto mortuario, oltre alla compilazione di alcune pratiche burocratiche abbastanza complesse».

Manuela Trevisani

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