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Le guide turistiche lanciano l’allarme abusivi

Protesta delle guide turistiche. La difesa è per il proprio territorio e gli anni di lavoro passati a diffondere la cultura. La reazione nasce dalla sentenza del Tar Lazio che ha annullato il Decreto del Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, che regolava la professione di guida turistica, con l’ammissione della libera circolazione in tutti i Paesi europei. In sostanza, con la sentenza si superano i precedenti confini delle guide in possesso di patentini provinciali e regionali. «Chiediamo», commenta Stefano Mutti, presidente Assoguida Verona, «una legge di riordino che stabilisca criteri seri e omogenei su tutto il territorio nazionale. Così da garantire preparazione e professionalità delle guide».

Le guide turistiche autorizzate puntano il dito contro le ultime norme in materia di turismo e visite guidate chiedendo una legge di riordino unita a un provvedimento di urgenza per «limitare i danni arrecati dall’attuale situazione», spiega Mutti. La data cerchiata sul calendario è lo scorso 24 febbraio quando una sentenza del Tar Lazio annulla il Decreto Franceschini, il DM 11/12/2015. Si trattava di una norma che stabiliva i requisiti necessari per svolgere questa attività all’interno di siti di particolare interesse storico, artistico o archeologico e per i quali stabiliva una specifica abilitazione per essere guida turistica. «I rischi di un vuoto normativo sono seri», dice Mutti, «se la situazione non cambia, si può incorrere in una diminuzione anche significativa del nostro lavoro con un calo di introiti per le nostre famiglie. Ma, c’è anche il problema dell’abusivismo e di un conseguente minore gettito fiscale per lo Stato».

Assoguide Verona muove circa mille gruppi all’anno di turisti, ma a queste uscite si aggiungono quelle concordate attraverso contatti personali. Per svolgere questa professione è richiesta una elevata competenza che proviene dallo studio e dal continuo aggiornamento ma anche da rigorosi esami di abilitazione professionale. Si sta parlando di un settore che a Verona riunisce 130 addetti. In questo contesto, la «guida nazionale» concepita dalla Legge 97/2013 non è stata condivisa: «Le competenze sulla specificità territoriale sono un valore e non possono essere viste come ostacolo». «Non è un chiudere alla concorrenza», riprende Mutti. «Solo la richiesta di possedere pari competenze e condizioni fiscali, da qualsiasi Paese si provenga. Verona è una città che offre molto e l’arrivo di nuove guide, anche improvvisate, sarà un danno per gli stessi turisti. Ci sono pure guide che provengono da Paesi extraeuropei e su queste non c’è alcun controllo sull’esercizio della professione». «Se è presentato al turista solo il “generico” si perde la specificità del territorio. Una richiesta, invece, sempre più sentita e che differisce dal turismo di massa, apportando qualità al servizio».M.CERP.

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