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Le gare del Cev e Zoccatelli
finiscono in Parlamento

Mattia Fantinati
Mattia Fantinati
Mattia Fantinati
Mattia Fantinati

Il caso del Cev, il Consorzio energia Veneto finito al centro dell’inchiesta della Procura con l’accusa di truccare le gare dì’appalto per una truffa da un miliardo di euro, finisce in Parlamento. I parlamentari veronesi del Movimento Cinque Stelle, Mattia Fantinati e Francesca Businarolo hanno presentato una interrogazione al Ministro dello sviluppo economico riportando l’intera vicenda. I parlamentari «vogliono sapere se i ministri interrogati siano a conoscenza del sistema di appalti» emerso dall’inchiesta giudiziaria «e quali iniziative di competenza intendano attuare a garanzia di trasparenza e pari opportunità per le imprese, in tutte le modalità e le fasi dei procedimenti di gara della pubblica amministrazione; se non ritengano, di dover attuare tutte le iniziative di competenza, anche allo scopo di prevenire fenomeni di corruzione, onde garantire la totale regolarità nella gestione delle gare di appalto nonché nella condotta delle aziende e di tutti i soggetti coinvolti, anche alla luce dei fatti descritti». Fantinati e Businarolo infatti ricordano che non solo sono finiti agli arresti domiciliari Gaetano Zoccatelli e altri sei, ma anche che «nel mirino dei finanzieri sono finiti tre bandi di gara: due del valore di 600 milioni di euro ciascuno per la fornitura di energia elettrica ed uno del valore di 100 milioni di euro per la fornitura di gas». Secondo l’accusa il Cev - nato per favorire i Comuni consorziati nell'approvvigionamento di energia per spuntare prezzi vantaggiosi - era controllato da Zoccatelli e le ditte che vincevano era quelle del suo gruppo di famiglia.

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