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Le critiche al menù dello chef Cracco sono diffamatorie

Lo chef Carlo Cracco
Lo chef Carlo Cracco
Lo chef Carlo Cracco
Lo chef Carlo Cracco

Fornelli e querele. Tutto iniziò con la cena per il cinquantesimo del Vinitaly in Arena preparata da Carlo Cracco il 13 aprile 2016, il giorno dopo «La Cronaca di Verona e del Veneto» riportò i commenti poco entusiasti dei commensali e definì «deludente» il menù dello chef stellato. Che non gradì e denunciò il direttore della testata, Achille Ottaviani. Per il pm Federica Ormanni si trattò di critica e alla luce di ciò chiese quindi l’archiviazione del procedimento, l’avvocato Markus Werner Wiget (legale dello chef) si oppose demandando quindi la decisione al gip che ha ordinato al pm di formulare l’imputazione a carico di Ottaviani. «Il giudicante ritiene da un lato che non si possa invocare il diritto di critica», motiva la dottoressa Giuliana Franciosi, «poichè l’articolo non esprime il giudizio dell’autore ma una forma espressiva indicante, all’apparenza, l’intento di volere fare la cronaca di commenti e giudizi da altri espressi; dall’altro lato che il richiamo a fonti generiche, vaghe e sostanzialmente impersonali, non controllabili, assimilabili alla vox populi, non rispetti il primo dei limiti al quale è condizionata l’operativa della scriminante del diritto di cronaca e di critica». Ovvero che la notizia sia vera. L’articolo era breve ma il giorno seguente venne ripreso da testate nazionali e diversi siti. I commenti negativi erano riferiti alla scelta degli ingredienti e all’abbinamento. Invero nel commento si riportava che molti ospiti avrebbero desiderato andare a rifocillarsi ad un kebab, e inoltre vennero riportate le «percezioni» degli ospiti relativamente al menù stellato: «troppo acido il risotto pomodoro limone e cumino», «non convincenti» le uova di quaglia, capesante con piselli fave e tuorlo fritto e «deludente» il brasato di wagju, bovino giapponese. E alla fine del pezzo un commento negativo sul carattere di Cracco. Diffamazione. • F.M.

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