<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Le coperture in Veneto
sono tra le più elevate
E si fa educazione»

Il calo delle vaccinazioni non è dovuto alla non obbligatorietà. A ribadirlo è Antonio Ferro, presidente della sezione interregionale della Società italiana igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (SiTi) del Triveneto, e uno degli estensori della legge regionale che ha eliminato l’obbligo dei vaccini nell’infanzia.

«Intanto parliamo solo dei quattro vaccini che erano obbligatori (polio, tetano, difterite e epatite b) sui sedici offerti dal Veneto».

E aggiunge: «Nei primi anni dopo l’eliminazione dell’obbligo la percentuale dei bimbi vaccinati era salita ed ogni sei mesi una commissione si riunisce per controllare i dati; se la percentuale scendesse sotto la soglia di allarme (85 per cento) la stessa legge prevede che possa essere reintrodotto l’obbligo attraverso un’ordinanza del Presidente della Regione iter molto più veloce rispetto a una nuova legge».

I dati 2015 a 24 mesi evidenziano come il Veneto ha una copertura per polio del 91,7 che e non è quindi neppure soglia di «attenzione». Le coperture ventennali precedenti ci mettono comunque attualmente al riparo da rischio di epidemie per «l’effetto gregge» che si ottiene con coperture dell’85 per cento.

« Vero è», prosegue Ferro, «che ci sono alcune aree del Veneto come Bassano e Asolo, dove sono più attivi gruppi antivaccinisti, in cui siamo sicuramente alla soglia di attenzione e vicino alla soglia di allarme per le basse coperture vaccinali; in questi casi si potrebbe valutare di reintrodurre l’obbligo. Il vero problema per il Veneto, ma soprattutto per l’Italia, è il morbillo che a causa della sua altissima contagiosità necessita di una percentuale di vaccinati intorno al 95 per cento per arrivare alla sua eliminazione. Ma non fa parte delle vaccinazioni in questione».

Eppure il calo degli ultimi anni è allarmante. «Ma è generalizzato a livello italiano ed europeo», spiega Ferro.

«Anzi sui vaccini non obbligatori le percentuali di copertura del Veneto sono tra le più alte. La colpa è della diminuita percezione del rischio e della disinformazione, con il web pieno di siti antivaccinisti. Per questo siamo corsi ai ripari ed è stato creato il sito Vaccinarsi che in due anni è diventato il sito più utilizzato dagli italiani in tema di vaccinazioni ed ha trascinato molte altre iniziative collaterali sul web sempre a favore dei vaccini».

Tra questi anche il sito www.formars.it, corso di formazione a distanza sui vaccini, che permette di informarsi ed approfondire il tema con parole semplici.

«Stiamo per dare il via a una serie di incontri con i pediatri di famiglia», conclude Giuseppina Napoletano, direttrice facente funzione del servizio Igiene e sanità pubblica dell’Ulss20, «per tenere monitorata la situazione. E contatteremo i genitori dei bambini non vaccinati per sensibilizzarli sul tema».E.INN.

Suggerimenti