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IL BILANCIO DELLA CISL

Lavoro, a Verona
balzo in avanti
dei posti fissi

Nel Veronese l’industria è il comparto che ha perso più posti di lavoro
Nel Veronese l’industria è il comparto che ha perso più posti di lavoro
Nel Veronese l’industria è il comparto che ha perso più posti di lavoro
Nel Veronese l’industria è il comparto che ha perso più posti di lavoro

Verona, piccola America del lavoro? Non del tutto. Sono stati presentati ieri nella sede della Cisl, nel corso della conferenza di fine anno, i dati sul mercato del lavoro nella provincia scaligera, aggiornati al terzo trimestre del 2015.

Dati confortanti, che parlano di un'inversione di tendenza rispetto agli scorsi anni, ma non ancora sufficientemente accentuata. «La situazione sta lentamente migliorando: le rilevazioni di Veneto Lavoro confermano, infatti, una ripresa dell'occupazione, ma non ancora sufficiente a colmare le perdite degli anni scorsi», spiega Massimo Castellani, segretario generale della Cisl.

«È vero che negli ultimi mesi si è registrato un incremento di contratti a tempo indeterminato, ma questa tendenza è viziata dal Jobs Act e dagli incentivi alle imprese per le assunzioni: sicuramente si tratta di un primo passo positivo, ora però bisogna continuare a investire, soprattutto sul manifatturiero».

I dati parlano chiaro. Nel terzo trimestre del 2015, rispetto allo stesso periodo del 2014, sono aumentate del 9% le assunzioni nel lavoro dipendente e il saldo occupazionale è migliorato, arrivando a +4.800 unità (rispetto alle 4mila dello scorso anno). L'aspetto interessante è che il volume di nuove assunzioni in questo trimestre è molto vicino a quello del terzo trimestre del 2008, nel momento di massima espansione occupazionale prima dell'avvio della crisi. Un trend fortemente condizionato dalle nuove normative in tema di lavoro, Jobs Act in primis, che prevede fino a ottomila euro di sgravi fiscali per le assunzioni a tempo indeterminato. Questi tipi di contratti, infatti, hanno avuto una vera e propria esplosione, facendo un balzo del +55% rispetto allo stesso periodo del 2014. Le trasformazioni, inoltre, da tempo determinato a indeterminato sono state pari al +28%. Come evidenziato nel Rapporto sul mercato del lavoro 2015, inoltre, a beneficiare di queste stabilizzazioni sono stati soprattutto uomini (+69%) e di nazionalità italiana (+71%, contro il +25% degli stranieri).

In forte calo, invece, risultano tutte le altre tipologie contrattuali: l'apprendistato è sceso dell'11%, i rapporti di lavoro parasubordinato hanno registrato un -32%, mentre le collaborazioni cocopro e a progetto sono dimezzate (-50%). Anche in quest'ultimo caso ha giocato un ruolo determinante la disciplina di riordino dei contratti introdotta con il Jobs Act, che prevede la quasi totale abrogazione delle collaborazioni a progetto.

Castellani analizza, quindi, la situazione occupazionale veronese nel suo complesso. «Nel 2014 nella nostra provincia gli occupati erano oltre 410mila, con 22mila persone in cerca di lavoro e un tasso di occupazione del 4.9%», conclude il segretario generale della Cisl, affiancato nell'esposizione dei dati da Letizia Bertazzon di Veneto Lavoro, «continua però l'esplosione del lavoro occasionale accessorio, con oltre tre milioni di voucher venduti in terra veronese».

Manuela Trevisani

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