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La Verona Marathon
tra record e sicurezza

Atleti e accompagnatori al ritiro dei pettorali nell’area Expo all’Agsm Forum FOTO MARCHIORI
Atleti e accompagnatori al ritiro dei pettorali nell’area Expo all’Agsm Forum FOTO MARCHIORI
Atleti e accompagnatori al ritiro dei pettorali nell’area Expo all’Agsm Forum FOTO MARCHIORI
Atleti e accompagnatori al ritiro dei pettorali nell’area Expo all’Agsm Forum FOTO MARCHIORI

Sedici edizioni. Diciassette per cento gli stranieri in più sulla distanza olimpica dei 42,195 chilometri che si corre oggi; una percentuale di non italiani in crescita del 20 anche sulla «mezza» di 21,0975. Con poco meno di 7.000 atleti iscritti alle due «agonistiche», che toccano i rispettivi record di 3.500 e 3.300 partecipanti e l’apporto degli oltre 4mila della «Last 10» amatoriale e solidale il tetto delle 11mila persone in corsa dalle 9,00 tra città e provincia è raggiunto. Numeri segno di una passione e conferma di un evento ormai divenuto tradizione.

LA VIGILIA. L’attesa del via è scandita dalle procedure di ritiro dei pettorali all’Agsm Forum in zona stadio e dalle passeggiate di relax in centro. I forestieri maratoneti, tanti e tutti accompagnati, si riconoscono a occhio: calzano scarpette da gara dai colori sgargianti, una sorta di distintivo. Il giorno prima vede in strada anche gli studenti con il «Corri Bra»: 350 di 17 classi di cinque scuole secondarie di primo grado della provincia, con l’aggiunta dei «fratelloni» delle superiori (Messedaglia, Fracastoro e Ferraris) che hanno partecipato in stile non competitivo al prologo della Marathon su un percorso di 800 metri intorno all’Arena.

GARA SPECIALE. Quella che si corre oggi è la prima edizione con patrocinio dell’Unesco, titolo di cui la città si fregia dal 2000: logica conseguenza di un percorso che mette in mostra la maggior parte delle bellezze architettoniche e storiche di Verona spingendosi fino alle porte della Valpolicella.

La compagnia è ottima: Ferrara, Siracusa, Venezia, Roma, Palermo e Aquileia corrispondono ad altrettante famose maratone e sono tutte patrimonio dell’Unesco. «Intendiamo puntare per il futuro», spiegano gli organizzatori, «a una rete tra queste nostre manifestazioni per valorizzare la fruibilità dei nostri centri storici sotto il profilo sportivo». Anche la medaglia, come da tradizione, ricalca la veronesità: quella che premierà tutti gli arrivati al traguardo avrà sul fronte la facciata della basilica di San Zeno.

SOLIDARIETÀ. Non data a parole ma regalata con il sudore. Sono migliaia in corsa per la «Last 10», non solo un modo per assaggiare una media distanza (mirando ad altre più lunghe?) ma per aiutare una serie di organizzazioni no-profit, i cui stand erano presenti nei momenti di massimo afflusso degli atleti nell’area Expo.

DEBUTTANTI. Ci provano oggi, sui 42 o sui 21 chilometri, due donne e due uomini che alla corsa si avvicinano o ritornano dopo tempo con il progetto «Sarà un maratoneta». Quattro testimoni della possibilità, attraverso l’allenamento graduale e professionale, di raggiungere obiettivi apparentemente impossibili. I nomi in codice sono: «Il Sedentario», «La Tigre», «Il Recidivo» e «La Fisoterapista». Tutti attesi al traguardo.

DIVIETI E SICUREZZA. Percorso di gara chiuso al transito dei veicoli dalle 8 alle 15, con attraversamenti possibili per esigenze urgenti o di emergenza quando non vi sia passaggio di atleti e in corrispondenza di incroci vigilati, con autorizzazione degli agenti o del personale della manifestazione. La Polizia municipale chiede ai residenti di lasciare le auto all’esterno del circuito di gara mentre l’uscita dai passi carrai è consentita fino alle 8,45. Alla partenza e all’arrivo gli accessi a piazza Bra saranno protetti da uno sbarramento di camion e furgoni.

IN ATTESA DEL VIA. Tuta bianca, scarpette, tricolore sul petto. Osserva pensoso, appoggiato alle transenne, gli ultimi metri verso il traguardo di piazza Bra. Joachim Nshimirimana, due volte maratoneta olimpico ad Atene e Pechino per il Burundi, è uno dei «top runner» che oggi corrono davanti. «Questi sanpietrini», ammette con un lieve accento toscano, «non mi garbano proprio nel finale». Come ti senti? «Ieri benissimo, oggi lasciamo perdere... ma quando sto bene di solito vado male e viceversa, quindi...». Indica i due figli piccoli: «Anche a loro piace correre». Lui è il presente. Loro sono il futuro, di altre Verona Marathon.

Paolo Mozzo

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