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LA NOTA METEO

La tregua è finita
Ora torna
il caldo africano

Turiste in cerca di refrigerio in piazza Erbe
Turiste in cerca di refrigerio in piazza Erbe
Turiste in cerca di refrigerio in piazza Erbe
Turiste in cerca di refrigerio in piazza Erbe

L’inizio della settimana conserverà in parte il clima gradevole della domenica, ma da domani l’alta pressione africana rialzerà la cresta. L’ennesima fiammata africana prenderà quota da domani e da mercoledì porterà le temperature massime già sui 33-34 gradi, prefigurando una nuova ondata di caldo. Nei giorni successivi il termometro si stabilizzerà nel pomeriggio attorno a questi valori, non certamente record, ma sicuramente elevati, accompagnati da afa opprimente.

L’intera settimana sarà caratterizzata dal sole, con qualche nuvola in più nelle ore pomeridiane.

A riportare l’estate più rovente sarà una saccatura nel vicino Atlantico, ovvero - e per assurdo - una grande area di aria fredda che tenterà di invadere il continente da ovest, senza riuscirci. Finirà anzi per richiamare aria molto calda dal Nordafrica, diretta verso l’Europa centrale e orientale.

L’Italia settentrionale non sarà investita in pieno dalla nuova ondata di calore, fatto che permetterà da giovedì piccole infiltrazioni di aria fredda che daranno vita a deboli temporali subalpini, soprattutto da venerdì. Non è da escludere che qualche fenomeno possa interessare venerdì sera anche le aree di pianura. Parliamo però di episodi brevi ed isolati, che non risolvono certo il problema dalla siccità.

Non raggiungeremo insomma, almeno per ora, le temperature toccate nel mese di luglio di due anni fa, uno dei cinque più caldi degli ultimi cent’anni. Se quest’anno abbiamo avuto fino ad oggi appena tre giornate con temperature massime pari o superiori ai 34 gradi (la massima assoluta ha superato di poco i 35), nel 2015 tale valore era stato superato durante il mese per ben 15 volte, fino a raggiungere i 39 gradi in città il giorno 22 (venne battuto il record del 1957), ma anche i 40 gradi in più di una stazione di provincia.

I temporali di venerdì non hanno certamente aggiustato il pesante deficit pluviometrico che da mesi grava in provincia come praticamente su buona parte d’Italia. Ad oggi quasi la metà delle stazioni di rilevamento meteo della pianura veronese non ha totalizzato più di 15 millimetri di pioggia dall’inizio del mese contro una media mensile che a luglio vorrebbe 75 millimetri di accumulo.

Anche giugno e maggio, va ricordato, si erano chiusi con piogge pari a poco più del 50 per cento della media. L’alta pianura veronese e la collina soffrono un po’ meno rispetto ad altre zone; ad oggi la quantità di pioggia caduta da gennaio in città supera di poco in città i 250 millimetri contro i 400 della statistica; va peggio nella zona meridionale della provincia dove il dato supera appena quota duecento.

L’attuale luglio si candida a divenire tuttavia uno dei più aridi, in compagnia di quello del 1985 con appena 8 millimetri o del 2003 con 17 mm. Colpa della forza di due anticicloni, delle Azzorre e Nordafricano, tali da impedire l’ingresso dei fronti perturbati nel Mediterraneo.

Qualcosa potrebbe cambiare dalla prossima settimana. Le carte meteo inquadrano già un serio peggioramento che potrebbe portare più episodi di maltempo su tutta l’Italia settentrionale.

Alessandro Azzoni

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