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IL "La" CON LA CARMEN

La prima in Arena
«Ora il rilancio
e nuove produzioni»

L'Arena gremita per la prima (Marchiori)
L'Arena gremita per la prima (Marchiori)
La prima in Arena (Marchiori)

Il rito delle candeline che si accendono quando ancora la notte non è calata, nel crepuscolo che contribuisce alla magia della «prima», con quei 13mila spettatori arrivati da tutto il mondo per vedere Carmen e forse, prima ancora, per partecipare a questa grande festa, 13mila che colorano platea e gradinate: basta quest'immagine per confermare che, davvero, lo spettacolo non poteva mancare, come un appuntamento necessario e insostituibile. Un duro lavoro, momenti di crisi a tratti molto intensa e drammatica, ma anche questa volta il Festival lirico, arrivato alla sua 103a edizione, c'è. E Verona tutta si ritrova e si stringe intorno a quella che resta una delle sue più preziose «unicità», l'Arena con il suo festival.

Lo hanno ribadito e confermato, da punti di vista differenti, rivestendo ruoli differenti, ma concordi nella necessità di impegno, i rappresentanti della politica, dell'imprenditoria, della cultura, nazionali e cittadini, che ieri sera hanno assistito alla «prima» areniana.

«Sono uno spettatore affezionato, cerco di non mancare mai a questo appuntamento», ha detto il presidente del senato Pietro Grasso. «L'arte deve dare emozione e l'Arena è emozione, qualcosa di insostituibile, che richiama pubblico da tutto il mondo».

«Ero convinto che ce l'avremmo fatta, e tutto sommato posso dire che è andata anche meglio di quanto si poteva immaginare», osserva il commissario Carlo Fuortes, alla guida della Fondazione Arena. «Questo grazie alla responsabilità dimostrata da tutte le parti in causa. Ora c'è il piano di risanamento, ma bisogna pensare anche al rilancio, ripartendo da nuove produzioni capaci di parlare al pubblico attuale. Verona? Credo sia una città un po' viziata, abituata ad avere molto e che per questo rischia, come spesso accade in Italia, di non mettere del tutto a frutto le sue risorse. Le crisi servono a questo, a ripartire migliorati».

«In questa giornata difficile in cui con stupore apprendiamo la scelta dell'Inghilterra, il fatto che l'Arena sia riuscita a non mancare è la vera buona notizia», osserva il presidente di Confindustra Verona Giulio Pedrollo. «Va lodata la responsabilità di tutti e contemporaneamente l'abilità mostrata dal commissario: anche riguardo al lavoro fatto a Roma, mi sono state confermate le sue notevoli capacità».

«La sfida è solo all'inizio», ribadisce il direttore operativo Francesca Tartarotti. «Ora sicuramente dobbiamo pensare a consolidare il piano di risanamento, che ci deve portare avanti fino al rilancio. Devo dire che se all'inizio i sindacati avevano mostrato poca responsabilità, oggi siamo riusciti a trattare fino a sanare quasi 200 posizioni, che sono altrettante possibili cause evitate».

«Vanno fatti i complimenti al commissario», dice il sindaco Flavio Tosi, «per l'efficacia della sua azione. Ha mantenuto la linea programmatica di far quadrare i conti ma nello stesso tempo ha saputo creare una proposta innovativa ragionando da manager. Del resto quello di Verona non è un caso a sé, tutte le fondazioni navigano nelle stesse acque e magari Verona potrà diventare un modello a livello nazionale. Resto dell'idea che la situazione si poteva risolvere anche prima, con l'accordo sindacale che abbiamo proposto e che è saltato per la scelleratezza di alcuni sindacati». A fianco del sindaco, il ministro della Famiglia Enrico Costa a ribadire «l’importanza di questo Festival».

Alla prima c'è anche l'ex sovrintendente Girondini: «L'Arena ce l'ho nel cuore e sono felice che tutto vada per il meglio, l'arena viene prima di tutto al di là delle bassezze e delle meschinità di tante polemiche».

Il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Riello in realtà ieri era assorbito soprattutto dalla questione Inghilterra, ma «l'Arena è il segnale che la forza delle sinergie, della squadra vince. Quanto al resto, magari sarà la volta buona che l'Europa si sveglierà». Gli stessi pensieri relativi all'economia internazionale turbano Giordano Veronesi: «Lo confesso, oggi è una giornata difficile, e davvero l'Arena è la luce di questo momento buio. Guardo con fiducia a questa nuova stagione e spero che Verona sappia fare sistema per sostenere questo bene prezioso dal punto di vista culturale ma naturalmente anche economico».

Secondo il presidente di Cariverona Alessandro Mazzucco questa «prima» è «una festa per la città. Non mancheranno certo le difficoltà in questa grande sfida, ma mi auguro che si riesca a trovare anche per la Fondazione la stessa capacità di fare sistema che Verona ha mostrato altre volte. Aiuti? Il principio universale è che ciascuno stia in piedi con le proprie gambe, ciò non toglie che sia giusto dare una mano quando deve rialzarsi».

Giuseppe Manni conviene che questo «è un buon inizio, e forse bisogna muoversi proprio pensando a un progetto nuovo che punti a parlare un linguaggio attuale e si ponga come concorrenziale rispetto agli altri teatri d'opera».

Nelle prime file dell’arena, l’imprenditore Giuseppe Vicenzi, presidente del gruppo scaligero: «Da parte di tutti serviva responsabilità, e così è stato, si è capito che l’Arena è la nostra forza».

Alessandra Galetto

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