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«La città si sta svuotando
di servizi, storia e tradizioni»

La presidente Daniela Drudi
La presidente Daniela Drudi
La presidente Daniela Drudi
La presidente Daniela Drudi

Alberghi che lievitano e piccoli alimentari che chiudono i battenti? La fotografia immortalata dai dati di Confcommercio non stupisce certo chi vive in centro storico, da tempo preoccupato di vedere Verona svuotata delle sue tradizioni e dei prodotti tipici, in nome di una proposta commerciale sempre più standardizzata e appiattita.

«Verona rischia di diventare come Venezia, un non luogo, una città fantasma culturalmente sempre più morta», commenta Michele Abrescia, presidente dell’associazione VeroCentro, nata per rendere più vivibile la città antica e i quartieri limitrofi. «La varietà di esercizi commerciali è fondamentale per tenere davvero vivo un centro storico che, se abitato, garantisce anche un ritorno economico». Per Abrescia la politica in atto è destinata a dimostrarsi fallimentare già nel medio periodo, come sta avvenendo per il capoluogo veneto. «Il cuore di una città storica non può concorrere con i parchi di divertimento e i centri commerciali, che sono più facilmente raggiungibili e garantiscono parcheggi. Verona non deve cedere. Bisogna investire in politiche per il recupero delle botteghe artigiane, dei negozi di antiquariato. I nostri amici che arrivano specie dall’estero, ci confessano chiaramente che stanno progressivamente perdendo interesse per la città, trovando i soliti marchi che vedono ovunque».

Per garantire la presenza della piccola distribuzione, quella che ha fatto e continua a fare la storica della città, secondo la presidente del parlamentino del centro, Daniela Drudi, è indispensabile dare incentivi e garantire sgravi fiscali. «La concorrenza dei centri commerciali, in continua espansione, si fa sentire sempre di più», fa notare. «Anche i quartieri limitrofi alla città antica, come Santo Stefano o i Filippini faticano a resistere perché gli affitti sono troppo alti, e per lo stesso motivo hanno chiuso anche dei negozi di abbigliamento in Galleria Pellicciai. Per questo trova spazio e cresce il commercio ambulante. L’attuale politica, invece di promuovere la storia e la cultura di Verona, agevola un turismo dei numeri, che viene e va senza fermarsi con un approccio mordi e fuggi».C.B.

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