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Il caso

La Cassazione
riporta Meocci
in corte d'Appello

Esiste la «lecita cortesia nei confronti di una persona di elevato livello politico istituzionale» come hanno sostenuto alcuni giudici, oppure chiedere un’assunzione di una persona è comunque un atto che si configura come corruzione? Dopo essere stato assolto in primo grado e anche in Appello dove i giudici avevano sposato la prima tesi, ora Alfredo Meocci si ritrova una sentenza di Cassazione di parere contrario e che rimanda la questione a un nuovo giudizio in Appello. I supremi giudici hanno infatti accolto il ricorso presentato dal Pm contro l’assoluzione di Meocci che all’epoca dei fatti era consigliere dell’Autorità di vigilanza dei lavori pubblici. Meocci era finito a processo perché nella sua veste, dopo che era stata approvata una delibera a favore di una società, aveva chiesto a questa stessa società l’assunzione di una persona. Assunzione avvenuta, e durata soltanto un mese. Sia il tribunale di Roma che la Corte d’appello avevano assolto Meocci perché la delibera approvata è risultata legittima e perché l’assunzione sarebbe stata una «lecita cortesia nei confronti di una personale di elevato livello politico istituzionale». Posizione non condivisa dal Procuratore generale che ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo che Meocci ha ricevuto dalla società l’assunzione di questa persona in cambio della delibera che interessava la società. Quindi, sostiene il procuratore generale, «violando il dovere di correttezza e imparzialità del pubblico ufficiale e così commettendo il reato di corruzione per l’esercizio di funzione». Quindi la sentenza di assoluzione è stata annullata dalla Cassazione che con questa sentenza depositata nei giorni scorsi rinvia la questione per un nuovo giudizio a un’altra sezione della Corte di appello di Roma. Per Meocci, interpellato, una sorpresa: «Non avevamo alcuna notizia né io né il mio legale che la vicenda fosse ancora in piedi per il ricorso del Procuratore generale. Io resto fermo alle due assoluzioni avute in primo e secondo grado e stiamo cercando di recuperare i documenti perché non ci è stato notificato nulla. Sono tranquillo e sereno, se questa è la burocrazia della giustizia, aspettiamo di vedere come andrà a finire».

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