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Morto in viale Piave

L'ultimo saluto
a Luca: «Un figlio
ci ha lasciato»

I funerali del 32enne
Il feretro con le spoglie di Luca Perboni nella chiesa di San Michele FOTO MARCHIORI
Il feretro con le spoglie di Luca Perboni nella chiesa di San Michele FOTO MARCHIORI
Il feretro con le spoglie di Luca Perboni nella chiesa di San Michele FOTO MARCHIORI
Il feretro con le spoglie di Luca Perboni nella chiesa di San Michele FOTO MARCHIORI

 

Mamma, papà, l’adorata Anna i fratelli, gli amici e tanti conoscenti: tutti ad attendere il feretro di Luca Perboni sul sagrato della chiesa Beato Carlo Steeb di Fondo Frugose.

Molta commozione unita alle lacrime dei familiari degli amici all’arrivo della bara coperta da un cuscino di girasoli. Luca Perboni, trentadue anni, residente con la madre e i fratelli in una palazzina di due piani in via Zenati a San Michele, è morto la settimana scorsa a causa di un terribile incidente stradale.

La sua auto è andata a sbattere contro lo spigolo del pilone della ferrovia che si trova all’inizio di viale Piave. Una fuoriuscita autonoma, non c’era nessun segno di frenata, forse si è trattato di un colpo di sonno.

 

«Stava lavorando molto in questo periodo ed era molto stanco», hanno detto alcuni amici fuori dalla chiesa di Madonna di Campagna. È una tragedia che ha sconvolto tutti: mamma e papà, i fratelli, Stefania, Daniele e Federico, la compagna Anna con cui stava costruendo qualcosa di importante insieme, gli amici di Mezzane dove aveva vissuto per tanti anni, conoscenti e colleghi di lavoro dell’azienda di San Giovanni Lupatoto dov’era impiegato come montatore di cucine industriali.

«Il dolore è forte, il vuoto lasciato è grande», ha spiegato don Claudio parroco della chiesa Beato Carlo Steeb nella sua omelia. «Un figlio ci ha lasciato, ma una cosa è certa, che ciascuno di noi a partire dal legame, dagli incontri, dalle parole e dai momenti di condivisione che ha vissuto con Luca, sente questa sofferenza questo dolore e un vuoto enorme. C’è una lacerazione profonda, un dolore che fa apparire questa morte come assurda. Come se fosse una notte fonda e oscura. Però noi oggi abbiamo acceso un lume per ricordarci che la fragilità di quella fiamma può indicarci una speranza».

All’uscita della bara l’addio è diventato di tutti con un abbraccio commovente che ha unito e coinvolto le persone presenti in chiesa e fuori per l’ultimo saluto. Poi il feretro è partito per il cimitero monumentale dove il giovane verrà cremato.

Luciano Purgato

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