<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

L’ostello resta
alla Curia, si apre
l’ipotesi Caritas

L’ostello della gioventù è al centro di una polemica che riguarda la destinazione d’uso
L’ostello della gioventù è al centro di una polemica che riguarda la destinazione d’uso
L’ostello della gioventù è al centro di una polemica che riguarda la destinazione d’uso
L’ostello della gioventù è al centro di una polemica che riguarda la destinazione d’uso

Sembra tramontata definitivamente l’ipotesi di vendere Villa Francescatti, dal 1975 sede dell’ostello della gioventù fondato e diretto da Fiorenzo Scarsini. Quando alla fine dell’anno scadrà il comodato d’uso al Centro di cooperazione giovanile internazionale che lo gestisce, la curia (proprietaria) potrebbe invece metterla a disposizione della Caritas per realizzare progetti sociali. Le voci sono insistenti, ma dalla diocesi non arrivano conferme ufficiali. Il vicario episcopale ed economo diocesano don Gino Zampieri, interpellato al telefono, fa sapere tramite la segreteria di non voler parlare con la stampa. Comunque, se così fosse, non verrebbe meno il vincolo della destinazione d’uso della villa per scopi sociali. La nobildonna Gianna Paganini Francescatti lo impose al momento del lascito della dimora alle suore dell’Istituto Sorelle della Sacra Famiglia, che poi la cedettero alla diocesi, sotto pena di decadenza da ogni diritto ereditario.

Quando pareva certa la volontà di piazzare sul mercato la villa e il parco annesso per tamponare i debiti della curia (come affermato più volte dal vescovo Giuseppe Zenti) il Centro di cooperazione si aggrappò a questo vincolo per salvare l’ostello, altrimenti destinato alla chiusura o al trasferimento altrove.

La curia avrebbe voluto alienare la proprietà nel 2008, ma la destinazione d’uso fu tra i nodi decisivi per la risoluzione dell’arbitrato che prorogò la convenzione con l’associazione fino alla fine del 2017.

Non manca molto, e si cerca una soluzione su più fronti. S’è né discusso due giorni fa a Palazzo Barbieri, durante la seduta della commissione consiliare Politiche culturali a cui ha partecipato anche Scarsini. L’amministrazione cittadina aveva già espresso preoccupazione sul futuro dell’ostello attraverso una mozione presentata da Michele Bertucco (Verona e Sinistra in Comune) e votata all’unanimità dal consiglio comunale il 21 settembre. Nel frattempo anche altre forze sono scese in campo. Il movimento Area Liberal dell’ex consigliere comunale Giorgio Pasetto ha promosso diverse iniziative di solidarietà all’ostello, l’ultima una diffida alla presidenza del consiglio dei ministri per sollecitare la nomina di un commissario straordinario che accerti la legittimità dell’alienazione del compendio. Proprio ieri, peraltro, è arrivata la conferma da palazzo Chigi dell’avvio del procedimento amministrativo per accertarne la necessità.

L’ostello nacque quando le suore concessero la villa al Centro di cooperazione perché realizzasse «una casa di ospitalità e cultura aperta tutto l’anno per giovani italiani e stranieri, per la promozione del dialogo tra culture e con l’esclusione di ogni scopo di lucro». Così si legge nella convenzione notarile datata 15 luglio 1980. La villa passò alla curia nel ’93 per «meglio far fronte ai problemi connessi con la gestione dell’ostello» e l’anno successivo la diocesi confermò alla soprintendenza di «voler mantenere la destinazione di villa Francescatti a ostello della gioventù».

Quando il Centro di cooperazione la prese in mano, villa Francescatti era in totale degrado. Per farla risorgere ci volle un decennio di cantiere, concluso grazie al lavoro di centinaia di volontari, a fondi privati e un finanziamento pubblico di quasi 4 miliardi delle vecchie lire, a cui l’associazione aggiunse di tasca propria 400 milioni. L’ostello ha aperto i battenti nell’estate del 1984 e da allora ha ospitato 570mila turisti e pellegrini provenienti da tutto il mondo.

Dal 2011 villa Francescatti è in parte destinata anche all’accoglienza dei richiedenti asilo, una ventina, ospitati nella foresteria.

Laura Perina

Suggerimenti