<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«L’opera è una ricchezza,
la città deve dare di più»

«I dati diffusi dalla Fondazione dimostrano, con l'indotto prodotto da quasi 400 mila presenze, che l’Arena resta un asset fondamentale per l'economia veronese che va però maggiormente sostenuto da enti locali e forze economiche, in particolare quelle che operano nel commercio e nel turismo». È uno dei passaggi della nota firmata da Paolo Seghi, Nicola Burato, Ivano Zampolli e Dario Carbone di Cgil, Cisl, Uil e Cisal.

«Apprezziamo», scrivono, «il ringraziamento del commissario Fuortes a tutti i lavoratori che hanno reso possibile tali risultati nonostante le difficili condizioni, a volte esasperate dalla direzione, in cui si è trascorsa questa stagione». Ma i sindacalisti lamentano il fatto di averne avuto notizia «di seconda mano» . «Dal momento», evidenziano, «che al piano di risanamento i lavoratori destinano per accordo sindacale parte dei loro compensi». E aggiungono: «I dati positivi dimostrano che l'Arena e la fondazione possono e devono continuare a essere un punto di riferimento dell'arte e della cultura per la vasta platea di pubblico che apprezza l'opera e la musica e alla quale va rivolta una programmazione e una qualità capaci di alimentarne l'interesse».

Si chiede poi «un salto di qualità nelle relazioni sindacali, valorizzando il ruolo dei lavoratori che chiedono trasparenza e oculata amministrazione». E assicurano massimo impegno «nel trovare soluzioni alle problematiche aperte». In particolare per il corpo di ballo «che Fondazione e commissario intendono liquidare, ma che risultati come questi dovrebbero incoraggiare a mantenere, sviluppandone l'attività, anche nella prospettiva da noi aperta della costruzione di una realtà interregionale». Ma, denunciano, «le disponibilità da noi incontrate in sede di Regione, ministero e con l'Agis si scontrano con il silenzio della Fondazione stessa». E.S.

Suggerimenti