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L’ira leghista contro Tosi «Di che alleanza fai parte?»

«È un atteggiamento senza senso oltre che poco costruttivo, tanto più che dice di far parte del centrodestra». Lorenzo Fontana, europarlamentare e fra gli esponenti della Lega Nord più vicini al leader Matteo Salvini essendo vicesegretario federale, replica così alle dichiarazioni con cui Flavio Tosi, in qualità di socio fondatore di Noi con l’Italia - la cosiddetta quarta gamba del centrodestra - ha annunciato la sua candidatura a Verona per le elezioni politiche del 4 marzo, senza però rinunciare a criticare Salvini. Anzi, ha messo in chiaro che continuerà a farlo. «Siamo profondamente diversi», ha evidenziato l’ex sindaco. Parole che non vanno giù all’«alleato» Fontana. «Gli ricordo solo che i suoi referenti di Noi con l’Italia hanno sottoscritto il programma messo a punto da Salvini, Berlusconi e Meloni... Ma ho l’impressione», continua il vicesindaco, «che le sue prese di posizione siano dettate più da risentimenti personali che da una visione politica e ci vorrebbe Freud per interpretarle: si scaglia contro chi insulta, mentre in realtà è lui a farlo, parla di rancori e poi attacca continuamente l’amministrazione comunale di centrodestra... Quindi viene da chiedergli che senso ha far parte di un’alleanza contro la quale spari ogni giorno. Se gli atteggiamenti sul territorio di un esponente di una formazione che fa parte di una coalizione sono questi... Sono convinto che nemmeno gli elettori lo capiscano». Quanto alla sua candidatura, Tosi si era detto sicuro di esserlo a Verona, nella lista proporzionale. E si era pure detto ottimista sul consenso degli elettori. Fontana, tuttavia, parla di dichiarazioni premature. «Alla presentazione delle liste», taglia corto l’europarlamentare, «manca ancora una settimana e io», aggiunge sibillino, «non avrei tutte queste certezze...». Fontana, tra l’altro, è uno dei maggiori “papabili“ a una candidatura per il Parlamento della Lega. Oltre a lui si fanno i nomi del senatore uscente Paolo Tosato, del segretario provinciale Paolo Paternoster, di Enrico Corsi e del capogruppo in Comune Vito Comencini. E proprio quest’ultimo ieri ha scritto una nota al vetriolo contro l’ex sindaco, un tempo leghista. «Non posso che provare compassione», afferma, «vedendo il faccione di Tosi accanto a un simbolo con scudo crociato sui manifesti. Da ex uomo di destra finalmente Tosi possiamo chiamarlo democristiano senza che si offenda, spero». E rincara: «Tosi mette ancora una volta in mostra la sua inimicizia verso la Lega e Salvini, per nascondere la sua amicizia per il suo ex vicesindaco Vito Giacino, nuovamente comparso sulle cronache per delle gravi accuse sul progetto di riqualificazione del Tiberghen». In vista dell’appuntamento elettorale, intanto, nel centrodestra si pensa già alla ripartizione dei collegi uninominali che saranno assegnati con il criterio maggioritario. Mentre Forza Italia ne rivendica almeno due sui sei veronesi (quattro per la Camera e due per il Senato), la Lega punterebbe su tre o quattro collegi. Nel caso il Carroccio faccia poker nell’assegnazione dei candidati, Fratelli d’Italia dovrebbe rinunciare al suo in terra scaligera. Per quanto riguarda le candidature, i nomi su cui Forza Italia punterebbe sarebbero quelli del coordinatore provinciale Davide Bendinelli, dell’assessore Daniele Polato, dell’imprenditore Massimo Ferro, del presidente della Provincia Antonio Pastorello e del deputato uscente Alberto Giorgetti. «Come provinciale non ci compete scegliere i nomi, valuteremo le migliori soluzioni e io, come chiunque, sono a disposizione» commenta Bendinelli. Quanto a Fratelli d’Italia, i nomi più gettonati sono quelli del coordinatore provinciale e membro della Direzione nazionale Ciro Maschio e del senatore uscente Stefano Bertacco. Ma nel centrodestra si devono fare i conti anche con la «quarta gamba». Rivendica un “posto al sole“ anche Stefano Marzotto, coordinatore provinciale dell’Udc e possibile candidato. «In base agli accordi a livello veneto e nazionale», afferma, «metà dei seggi spettano all’Udc e metà a Noi con l'Italia. Nel proporzionale puntiamo ad avere il collegio senatoriale, a Verona, o quello della Camera». • E.S.

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