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L’ira del vescovo contro
la festa dei tifosi gialloblù

Il vescovo monsignor Giuseppe Zenti
Il vescovo monsignor Giuseppe Zenti
Il vescovo monsignor Giuseppe Zenti
Il vescovo monsignor Giuseppe Zenti

«Macché goliardate, sono gesti incivili di un gruppo di forsennati della tifoseria veronese, contro i quali serve fermezza». Il vescovo Giuseppe Zenti, in un’intervista trasmessa dal tg Rai del Veneto, stigmatizza con parole molto dure quanto successo alla festa della Curva Sud, allo stadio Bentegodi, lo scorso 1° luglio. «Gesti come questi», afferma il vescovo, «sono inqualificabili, non si possono qualificare come ragazzate. Sono gesti incivili e qualcuno deve metterci rimedio».

Dopo l’ondata di sdegno e la condanna dell’Unione delle comunità ebraiche italiane e della a comunità ebraica veronese arriva, quindi, anche quella del vescovo.

A suscitare indignazione erano state, in un primo tempo, i «ringraziamenti» ad Adolf Hitler da parte di Luca Castellini, volto noto degli ultras gialloblu e dirigente veneto del partito di estrema destra Forza Nuova. Parole cui erano seguiti cori entusiasti dei tifosi inneggianti alla «squadra fantastica a forma di svastica». Sull’episodio dei «ringraziamenti» a Hitler e dei relativi cori era intervenuto, nei giorni scorsi anche il sindaco Federico Sboarina. Dopo aver condannato «qualsiasi azione che inneggi a Hitler, come qualsiasi totalitarismo che abbia causato milioni di morti innocenti», il sindaco aveva però invitato a «focalizzare l’attenzione» su «un caso singolo messo in moto a tarda notte probabilmente da qualche bicchiere di troppo».

Ma durante la festa per la promozione in serie A del Verona la scaletta prevedeva, quando non erano ancora calate le tenebre, anche una parodia dissacrante della via crucis, con “figuranti“ nei panni del Cristo della passione e con tanto di croci, che si concludeva con un Alleluja che in realtà diventava un inno al fuhrer della Germania nazista, che, evidentemente, in curva sud ha più di qualche simpatizzante. I due poco edificanti momenti della festa al Bentegodi sono stati poi divulgati sui social, con migliaia di visualizzazioni, suscitando scalpore anche ben oltre le mura della città.

Informato della via crucis blasfema, Zenti si dice «immensamente dispiaciuto come vescovo e come veronese». E lancia un appello alla società calcistica scaligera che, con un comunicato, aveva già preso le distanze dai cori hitleriani, e al mondo del calcio in genere. Il vescovo invoca «persino delle squalifiche, o anche delle retrocessioni. Perché certi tifosi», esclama, «capiscono solo i metodi forti, che sono pedagogici». E sottolinea: «Non ci sono attenuanti e scusanti... perché sono giovani, perché sono in certe situazioni di euforia... nessuna scusante». Parole durissime, quindi, da parte del vescovo, che non trova giustificazione agli «atti incivili degli ultras». Atti, peraltro, non improvvisati, dal momento che costumi, croci e canti erano stati evidentemente pensati e preparati per tempo. E.S.

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