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L’assessore: «Rete idrica monitorata con analisi
specifiche sui Pfas»

Enrico Toffali in Consiglio
Enrico Toffali in Consiglio
Enrico Toffali in Consiglio
Enrico Toffali in Consiglio

Il caso delle tracce di Pfos rinvenute in un pozzo di acqua potabile nel quartiere Stadio, è approdato nel consiglio comunale di ieri. Ai consiglieri Michele Bertucco (Piazza pulita), Elisa La Paglia (Pd) e Gianni Benciolini (M5S) che hanno chiesto informazioni sui controlli di prevenzione ha risposto l’assessore alle politiche ambientali Enrico Toffali, rendendo noti i dati forniti dall’Ulss 9 Scaligera. «Nel 2016», fa sapere l’assessore, «sono stati eseguiti 29 controlli di verifica sulla rete acquedottistica, di cui 11 estesi anche alla ricerca di Pfas; inoltre sono stati 84 i controlli di routine, 13 dei quali estesi alla ricerca dei Pfas. Nel 2017», continua Toffali, «i controlli di routine sono stati 12, uno dei quali esteso ai Pfas, sono stati cinque controlli di verifica estesi alla ricerca dei Pfas e dieci quelli mirati solo alla ricerca di Pfas sulla rete acquedottistica comunale». Le analisi dedicate ai Pfas erano state introdotte a fine luglio, su indicazione della Regione, a seguito dell’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche nella rete idrica di Almisano, nel Vicentino, estranea al Comune di Verona.

Bertucco, nella sua domanda di attualità aveva rilevato che «il campionamento sul pozzo veronese era stato effettuato il 9 marzo, mentre la sua chiusura risale al 14». Per Benciolini «è preoccupante la sola presenza di Pfas, che è una sostanza cancerogena, anche se nei limiti di legge poiché mentre in Germania la soglia è di 10 nanogrammi per litro e in Francia è di 25, in Italia è di 50».

Nella sua risposta Toffali assicura che «secondo l’Ulss, competente in materia, non ci sono problemi e che l’acqua destinata al consumo umano è potabile e conforme al decreto legislativo del 2001». E sottolinea che «da parte della struttura tecnica comunale c’è sempre stato il massimo impegno a garanzia della salubrità dell’acqua». Bertucco, dopo aver riconosciuto che i dati forniti dall’assessore «riportano un minimo di tranquillità» sottolinea che l’acqua potabile «è soggetta a maggiori controlli rispetto a quella in bottiglia».

In una mozione, che sarà discussa in una prossima seduta, intanto, il capogruppo 5 Stelle Benciolini chiede al sindaco e alla Giunta di «all’installazione di filtri, simili a quelli già collocati mesi fa nell’est veronese e nell’ovest vicentino interessati dall’emergenza Pfas per assicurare il massimo della tranquillità ai veronesi». Inoltre, chiede di «stipulare una convenzione con l’Ulss 9 per l’istituzione di un centro di analisi del sangue specifico e gratuito, in modo da dar vita a una campagna di screening come è stato fatto in altre parti del Veneto per accertare la presenza di perfluorati nel sangue... Un sindaco e una Giunta a 5 Stelle», esclama, «lo farebbe». E.S.

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