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L’asse Lega-M5S scuote il Palazzo

Luigi Di Maio (di spalle) e Matteo Salvini al tavolo del «contratto» fra Lega e M5S
Luigi Di Maio (di spalle) e Matteo Salvini al tavolo del «contratto» fra Lega e M5S
Luigi Di Maio (di spalle) e Matteo Salvini al tavolo del «contratto» fra Lega e M5S
Luigi Di Maio (di spalle) e Matteo Salvini al tavolo del «contratto» fra Lega e M5S

L’asse giallo-verde scuote Palazzo Barbieri. L’accordo per il nascente governo a trazione Movimento 5 Stelle-Lega, fondato sul contratto firmato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini, mette alla prova anche la tenuta dell’alleanza di centrodestra dell’amministrazione Sboarina. Formata da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, e dalle liste civiche di Battiti Verona Domani e di Verona Pulita. I partiti di Forza Italia e Fratelli d’Italia, in particolare, sono tagliati fuori dall’inedita coppia “antisistema” M5s-Lega, formatasi nel dopo elezioni. E che oggi dovrebbe vedere assegnare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’incarico al presidente del Consiglio. E il nome che gira è quello del professore di diritto privato Giuseppe Conte. A PALAZZO BARBIERI tra l’altro sta lasciando il suo incarico di vicesindaco Lorenzo Fontana, 38 anni, vicepresidente della Camera, vicesegretario federale della Lega, papabile per diventare ministro. Si parla di difesa, politiche agricole, ma anche beni culturali. Fontana è l’uomo forte della Lega di Verona - che otto sui 18 parlamentari veronesi eletti di tutti i partiti - e Salvini ha detto che la Lega darà dei ministri veneti. Al punto che circola anche il nome di Luca Coletto, veronese, assessore regionale alla sanità, ma anche del padovano Massimo Bitonci, già sindaco di Cittadella e di Padova e già senatore. In municipio qualche punto di domanda si fa avanti, nell’ambiente politico-amministrativo. È un fatto che, a livello nazionale il centrodestra, unito alle elezioni del 4 marzo dove ha preso il 37 per cento, si è rotto. «Ma nelle Regione e nei Comuni in cui amministriamo, compreso Verona, il centrodestra procede sicuro, con alleanze che resistono e speriamo restino tali anche in futuro», dice Fontana. CHI - OLTRE a Forza Italia guidata da Silvio Berlusconi - è rimasto fuori dalla maggioranza dell’imminente governo è Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, che ha confermato senatore l’assessore ai servizi sociali e alla famiglia Stefano Bertacco e deputato Ciro Maschio, presidente del Consiglio comunale. Essi resteranno al loro posto nonostante, in particolare nel caso di Bertacco, l’associazione Verona Domani che fa capo a Matteo Gasparato, presidente del Consorzio Zai, e al consigliere regionale Stefano Casali, abbia chiesto più volte che Bertacco, di Battiti e FdI, rinunci al suo incarico in giunta, puntando a inserire nella giunta uno di Verona Domani al suo posto. BERTACCO, comunque, uno degli assessori di peso della giunta Sboarina, distingue i piani. «A Verona la maggioranza andrà avanti secondo lo schema naturale dell’alleanza di centrodestra», dice. «È chiaro che l’accordo Lega-5 Stelle pone un problema nel centrodestra a livello nazionale», aggiunge, «e quindi staremo attenti all’evoluzione. Del resto i cambiamenti sono molto veloci». Si vedrà dunque, se e quando il governo giallo-verde muoverà i primi passi, quali e quante ricadute ci saranno sulle maggioranze di centrodestra di Veneto, Verona e tanti Comuni. SUL FRONTE 5 STELLE il vicepresidente del Consiglio comunale Alessandro Gennari, già candidato sindaco, analizza: «Il contratto di Governo tra M5S e Lega resta a livello Nazionale. A livello locale continueremo a fare ciò per cui siamo stati votati dai Veronesi, cioè l’opposizione, perché la coerenza ci ha sempre contraddistinto in ogni nostra scelta». ALZA IL TIRO, lo stesso Gennari: «Mi spiace per il consigliere di Verona e Sinistra in Comune Bertucco, che teorizza nuovi equilibri, ma questo è attualmente lo stato delle cose. Voglio inoltre ribadire un semplice concetto. Noi continueremo a proporre azioni concrete come l’utilizzo del parcheggio di San Zeno per proprietari, residenti e lavoratori dell’ospedale di Borgo Trento». A Gennari fa eco Marta Vanzetto, consigliera del M5S: «Restiamo all’opposizione. Voteremo a favore di provvedimenti validi, ci opporremo quando saremo contrari. D’altra parte l’Amministrazione Sboarina ha i numeri per amministrare, senza aggiunte». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Giardini

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