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«Ius soli», lo sognano 14mila bambini figli di stranieri

Una bambina straniera a scuola: nella classi ci sono molti figli di immigrati nati in Italia
Una bambina straniera a scuola: nella classi ci sono molti figli di immigrati nati in Italia
Una bambina straniera a scuola: nella classi ci sono molti figli di immigrati nati in Italia
Una bambina straniera a scuola: nella classi ci sono molti figli di immigrati nati in Italia

Negli ultimi 13 anni sono stati 20.075, in città e provincia, gli immigrati che hanno acquisito la cittadinanza italiana, o per residenza o per matrimonio. Nel Comune di Verona si parla di 854 persone, il 2,2 per cento su una presenza straniera di 37.337. Il dato risale al 2014. Rispetto a tre anni fa la presenza di immigrati è scesa a 35.245, il 13,6 per cento dei 257.353 residenti. Il calo rispetto al 2015 è di 1.260 persone. Tra questi, i minori sono 7.898, di cui 5.814 dai tre ai 16 anni d’età. Le comunità più numerose sono quelle degli immigrati provenienti da Romania (31.062), Marocco (13.398) e Sri Lanka (8.060).

Ma che succederebbe se la legge sullo ius soli, attualmente ferma al Senato dopo la frenata di Alternativa popolare, il partito del ministro Angelino Alfano, fosse approvata? Secondo il Centro studi immigrazione di Verona (Cestim), si stima che in tutta la provincia scaligera siano circa 14mila i minori che potrebbero diventare cittadini italiani al momento dell’approvazione della legge e altri 1.500 ogni anno a seguire.

«Partendo dal fatto che al primo gennaio 2015», spiega Gloria Albertini, «erano residenti a Verona 26.074 minori non italiani, stimiamo a partire dai dati relativi i frequentanti la scuola - il 65 per cento di loro era nato in Italia nell’anno scolastico 2014-2015 - che circa 16.950 siano nati in Italia». Per acquisire la cittadinanza italiana, continua la ricercatrice del Cestim, «essi dovrebbero avere almeno un genitore che abbia acquisito il diritto al soggiorno permanente, ebbene», sottolinea, «a inizio 2015 il 58,5 per cento dei cittadini di Paesi terzi aveva un titolo di soggiorno permanente, di conseguenza, assumendo che tali minori abbiano quantomeno il 65 per cento di probabilità di avere un genitore con permesso a lungo termine, 11mila minori potrebbero divenire cittadini italiani attraverso il cosiddetto ius soli temperato».

La riforma ferma a Palazzo Madama, infatti, non introduce uno ius soli puro. Ciò significa che chi nasce nel nostro Paese non diventerebbe automaticamente italiano, tanto meno chi arriva dai barconi che partono dalle coste libiche. La legge in discussione prevede che possa acquisire la cittadinanza il figlio con almeno un genitore con regolare permesso di soggiorno di lungo periodo e residente da almeno cinque anni e con reddito e alloggio che rispondano ai requisiti. Poi c’è il cosiddetto ius culturae. «Tale opportunità», evidenzia Gloria Albertini, «riguarderebbe i minori di almeno 11 anni che abbiano concluso un ciclo di istruzione, con una stima prudenziale si calcolano almeno altri tremila nuovi potenziali italiani». Per ogni anni a venire, sulla base delle circa duemila nascite l’anno, «saranno circa 1.300 ogni anno», stima la ricercatrice, «i bambini che nel Veronese potranno divenire cittadini italiani e altri duecento attraverso lo ius culturae».

Enrico Santi

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