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A Montorio

Islam radicale
Cinque detenuti
«osservati speciali»

A Montorio
L’arresto a Torino di un italo-marocchino radicalizzato
L’arresto a Torino di un italo-marocchino radicalizzato
L’arresto a Torino di un italo-marocchino radicalizzato
L’arresto a Torino di un italo-marocchino radicalizzato

Gli agenti e gli ispettori della polizia penitenziaria in questi giorni devono avere mille occhi e mille orecchie, devono saper cogliere sfumature, osservare dettagli.  Dopo l’arresto a Torino di un italo marocchino radicalizzato e l’individuazione di una rete di sostegno all’attentatore di Berlino è tornata alto l'allarme terrorismo. E anche nel carcere di Montorio si è alzata l'attenzione nei confronti di detenuti che si radicalizzano. 

 

A Montorio ce ne sono cinque. Sono loro a «chiamare» la celebrazione del venerdì. E sono quelli che se per sbaglio un agente interrompe la preghiera possono reagire con violenza. Sono quelli che hanno un menù alimentare specifico, che scrivono versetti coranici sui muri delle celle. È difficile distinguere tra la pratica religiosa legittima e quella istigatrice che porta alla violenza. Per questo alla polizia penitenziaria vengono fatti corsi specifici.

 

Ma il fenomeno riguarda tutte le carceri italiane. I detenuti sui quali si concentrano timori di radicalizzazione in Italia sono 365, suddivisi in tre categorie: "segnalati" (124 persone), "attenzionati" (76) e "monitorati" (165). Tra i monitorati, sono conteggiate anche le 44 persone che sono incarcerate con l'accusa di terrorismo internazionale nelle sezioni di alta sicurezza riservate a loro. 

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