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«Io, padre di un ragazzo Asperger, vi spiego cos’è»

Camilla Ferro Di «Asperger» ce n’è uno ogni sessantotto, a Verona. Con questa sindrome che porta il nome del medico austriaco che l’ha scoperta come «disturbo dello spettro autistico», vivono in molti. In America, addirittura, uno su 30. Chi in forma più grave, chi meno, permette comunque una vita normale. Lo conferma Marco Zanoni «papà di un ragazzo Asperger felicemente fidanzato, con un bel lavoro e buoni amici». Parlando con una grande dolcezza del figlio, dice che «è un ventitreenne come tanti della sua età, assolutamente integrato anche se, durante la scuola, qualche problema con i compagni l’ha avuto. Non tanto lui, che è una persona eccezionale, ma gli altri nei suoi confronti». E precisa: «La sua timidezza è diventata un alibi per isolarlo e considerarlo strano, il classico capro espiatorio dei bulletti di turno. Ed è questo, oggi, che ci preme venga fuori con il gruppo che ho fondato a Verona, battezzato Home, che raccoglie una trentina di famiglie alle prese con l’Asperger: far conoscere il più possibile questa sindrome tanto diffusa ma tanto sconosciuta in modo che tutti, dagli insegnanti a chiunque si trovi ad averci a che fare, sappia come gestire certe situazioni». E’ un disturbo imparentato con l'autismo ma senza compromissione dell'intelligenza e dell'autonomia. «A mio figlio», continua Marco, «è stato diagnosticato a 17 anni anche se i sospetti sono iniziati intorno ai suoi 10. Lo vedevamo in difficoltà a socializzare e da lì è iniziata la ricerca fino al verdetto finale. In generale queste persone, che sono molto intelligenti, hanno invece difficoltà a relazionarsi con gli altri, hanno schemi di comportamento ripetitivi, attività e interessi a volte ristretti». Marco, oltre ad essere un padre «orgogliosamente Asperger», è di più. Con Home («nome scelto proprio per dare l’idea di casa, di famiglia») ha un progetto ambizioso: «Costruire per fine 2018 un agriturismo in cui tanti ragazzi Asperger possano lavorare e trovare serenità». Per riuscirci servono sponsor e perchè gli sponsor investano nella bontà di un’idea simile bisogna che conoscano questa Sindrome. «Ecco perchè ho pure fondato una rivista ad hoc», racconta Marco, «Asperger News, bimensile, che spiega tutto: il primo numero è uscito in dicembre, l’idea è di farla arrivare ovunque, anche fuori Verona, nelle scuole, negli ospedali, nelle Usl, negli ambulatori medici, nelle parrocchie, in ogni centro di aggregazione». E ribadisce: «Un Asperger può essere vittima di violenze di ogni tipo causate da ignoranza. Noi genitori vogliamo che i nostri figli abbiano una vita serena e bisogna che la società, per rispettarli, conosca le difficoltà che incontrano ogni giorno».

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