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Insieme da 70 anni, se ne sono andati a tre giorni di distanza

Ortensia Vandin con il marito Gino Dal Cero. Sono morti a tre giorni di distanza una dall’altro
Ortensia Vandin con il marito Gino Dal Cero. Sono morti a tre giorni di distanza una dall’altro
Ortensia Vandin con il marito Gino Dal Cero. Sono morti a tre giorni di distanza una dall’altro
Ortensia Vandin con il marito Gino Dal Cero. Sono morti a tre giorni di distanza una dall’altro

Insieme per tutta al vita, condividendo un amore lungo 70 anni, di cui 66 di matrimonio. E alla fine se ne sono andati insieme, a tre giorni di distanza una dall’altro. Ortensia Vandin, 90 anni, è morta martedì, giorno di San Valentino, e suo marito Gino Dal Cero, 94 anni, l’ha seguita nel pomeriggio di venerdì. Abitavano da più di 50 anni in un appartamento al terzo piano delle case di via Carli, in Borgo Santa Croce.

«Eppure lei stava bene fino a pochi giorni prima», dice ancora incredula una vicina di casa, «era una signora ancora vivace, in gamba. È stata male improvvisamente ed è morta poco dopo. Quando abbiamo visto arrivare l’ambulanza pensavamo fosse per lui, che un mese fa si era rotto un femore cadendo in casa. Era stato operato e l’avevano rimandato a casa. Ma non era più quello di prima. Lei lo seguiva con affetto, insieme ai familiari, ma lui non si era più ripreso. E dopo tre giorni è arrivata un’altra ambulanza. Anche lui è morto improvvisamente. Parlare di loro mi commuove. Sembra una favola, anche se la fine è triste».

Gino era stato un autista di filovie, «quelle rosse, con le “tiracche“, che andavano in giro per la provincia», racconta un altro vicino che vive nello stesso palazzo da quando era bambino. Oggi ha 60 anni e parla degli anziani vicini «come di una coppia ammirevole per l’armonia del loro rapporto e per la loro vivacità. Sempre insieme, un raro esempio di vita coniugale». Lei aveva fatto la casalinga e anche un po’ la sarta. Dalla loro unione erano nati due figli, Zeffirina e Agostino, che li hanno resi entrambi nonni e i loro figli bisnonni.

«Quando hai dei genitori tanto anziani puoi pensare che li perderai, ma non sei mai pronto. E la loro improvvisa perdita è un grande dolore», dice la figlia Zeffirina. «E poi loro fino a poche settimane fa stavano bene. Per le festività natalizie sono venuti a casa mia e si sono fatti a piedi tutte le scale, come facevano a casa loro, dove non c’è neppure l’ascensore. Mio papà si era rotto un femore due anni fa, era stato operato e si era ripreso bene. Tre settimane fa è caduto in casa, per un malore, e si è rotto l’altro femore. Purtroppo stavolta la ripresa non c’è stata come la volta precedente. La mamma non l’ha lasciato un istante, con quell’amore che hanno sempre condiviso e che è stata la loro forza».

Martedì scorso lei si è sentita male, continua la signora Zeffirina, «e se n’è andata così, all’improvviso. Un fulmine a ciel sereno. Il venerdì mattina ero dal papà. Stava male, ma continuava a guardare il soffitto con un grande sorriso. Come se vedesse la mamma. Ho pensato che lei sia venuta a prenderlo per non lasciarlo solo». I funerali di Ortensia e Gino saranno celebrati domani, alle 16, nella chiesa di Santa Croce, dal parroco, don Silvio Ballarini. «Erano due persone serene», ricorda il sacerdote. «Quando andavo a portare la Comunione a una vicina di casa, venivano anche loro a pregare insieme. La signora Ortensia seguiva amorevolmente il marito, era molto attiva. La sua fine improvvisa è stata una sorpresa, come poi la morte del marito. Una coppia come poche, da portare ad esempio».

Elena Cardinali

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