Quando si dice che le baby-gang esistono. E che colpiscono duro, alla luce del sole, senza alcun freno, senza timori, con un unico obiettivo: togliere ai coetanei in «minoranza numerica» tutto quello che di bello hanno addosso, impossessarsi del loro telefono, dei soldi e degli accessori di lusso che indossano, dall’occhiale da sole all’orologio alla moda. Poi, peggio ancora, estorcere denaro alle vittime «se volete di ritorno la vostra roba» fuggendo a gambe levate appena hanno in mano l’importo richiesto, senza naturalmente dare in cambio nulla. È accaduto in pieno centro, tra il Mc Donald’s di corso Porta Nuova e la laterale via dei Mutilati, a pochi passi da piazza Bra, in mezzo alla gente. Protagonisti della brutta storia targata bullismo una banda di minorenni tutti di origine straniera capeggiati da un solo maggiorenne e loro, i rapinati, due ragazzi veronesi presi di mira in due momenti diversi dello stesso giorno.
I fatti risalgono all’aprile di due anni fa e ieri sono stati raccontati al processo davanti al collegio presieduto dal dottor Guidorizzi chiamato a giudicare l’imputato S.Z, classe 1997, l’unico della baby-gang all’epoca dei fatti diciottenne: gli altri, colpevoli in concorso con lui, H.K., A.L.(ragazza),A.L (ragazza) e altri membri non identificati, sono sotto inchiesta al Tribunale dei minori di Venezia.