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A Diretta Verona

Influenza: «Ogni
giorno 3.600
chiamate ai medici»

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"Liste d'attesa, vaccini, influenza: le risposte della Regione". E' questo il titolo del consueto appuntamento  a Telearena con Diretta Verona, il programma condotto da Mario Puliero con la partecipazione del direttore del giornale L'Arena Maurizio Cattaneo.

 

L'assessore regionale alla sanità Luca Coletto interviene sui temi di stretta attualità: dalle bustarelle per saltare le liste d'attesa, all'allarme per l'influenza, dalla qualità dei servizi erogati ai cittadini alla questione dei vaccini che sta diventando centrale anche nella campagna elettorale per le politiche del 4 marzo.

 

Oltre all'assessore gli ospiti in studio sono il presidente dell'Ordine dei Medici di Verona Carlo Rugiu, l'infettivologo Ercole Concia, il medico di base Guglielmo Frapporti e il vicepresidente di Abeo il pediatra Alberto Bagnani. Il programma inizierà alle 21,15 e da questo giovedì, oltre ad essere in diretta streaming sul nostro sito, sarà in diretta anche su Radio Verona con possibilità per gli ascoltatori di intervenire al telefono o inviando una mail. 

 

IL DIBATTITO sulle LISTE D'ATTESA

«Vogliono andare da un determinato medico, per questo sono costretti ad aspettare. Più opportuno invece di andare a Negrar, passare attraverso il Cup provinciale che nel rispetto delle prescrizioni regionali avrebbe avuto la visita nei tempi previsti». Replica l'assessore alla Sanità Luca Coletto a un lettore che lamenta che per un'urgenza gli è stato offerta una visita urologica a sei mesi di distanza.  «Tante le cose da valutare: se il medico di base o lo specialista dichiara l'urgenza, l'operazione viene fatta subito».

 

Ercole Concia: «Sono aumentate le richieste di prestazioni, un po' anche a causa della cosiddetta "medicina difensiva", e sono diminuite le strutture, questo contribuisce ad aumentare le liste d'attesa. Oltre il 58 per cento delle visite prescritte sono inappropriate». E aggiunge: «Il concetto di malasanità che si sta passando va contrastato. In questa regione si fa in larga misura buona sanità».

Guglielmo Frapporti: «Spesso si dice che è colpa dei medici di base che hanno la ricetta facile. Ma nella medicina generale c'è l'antitesi del ricorso facile alla diagnostica, ma c'è la cosiddetta medicina incrementale. Avendo un rapporto continuativo con il paziente possiamo prenderci una settimana per valutare il paziente. Non si prescrive subito una risonanza magnetica per un ginocchio dolorante. Io oggi io ho fatto 62 visite, di cui 7 a domicilio. La medicina generale ha bisogno di un cambiamento».

 

Cattaneo: «Mi pare che gran parte delle persone pensino che la sanità veronese sia una eccellenza, ma credo sia indispensabile dare delle risposte concrete a chi si trova in difficoltà. C'è un fenomeno sotterraneo che permette a chi si rivolge a determinati specialisti poi ha delle corsie preferenziali, come risolverlo?», chiede a Coletto.

«Abbiamo dato il via a una ispezione dopo i fatti di Padova», sottolinea l'assessore. «Noi eroghiamo circa 120mila prestazioni dal 96 al 98 per cento nel rispetto dei limiti dei tempi di liste d'attesa. Le potenzialità le abbiamo, siamo qui per correggere le disfunzioni».

Frapporti però fa notare che «sfugge il dato di chi, non trovando posto nell'ospedale più vicino, invece di rivolgersi al Cup, trova altre strade magari private. Questo caso non rientra quindi nella statistica data dall'assessore».

 

Coletto rispondendo alla domanda di una ascoltatrice che ha subito un intervento non è stata seguita dalla stessa struttura nelle visite di controllo: «Abbiamo fatto una delibera per cui la struttura che fa le dimissioni deve prevedere il cosiddetto "follow up". Quindi prego la signora di inviarmi la segnalazione, provvederemo a fare una verifica».

«Questo fatto è possibile anche per via del blocco delle assunzioni. L'operazione ad esempio dell'ospedale aperto alla sera non è stata fatta assumendo nuovo personale», fa notare invece presidente dell'Ordine dei Medici di Verona Carlo Rugiu. Coletto risponde: «Ospedali di sera funzionano. Ha ragione, non c'è personale. Noi dobbiamo contenere i costi al 2004, come Veneto spendiamo circa 30milioni in più e non è ancora sufficiente e ci auguriamo con la questione autonomia di poter finanziare meglio il settore».

DIBATTITO SULL'INFLUENZA e sui VACCINI

Cattaneo: «Boom di influenze e secondo alcune fonti giornalistiche la colpa sarebbe anche della mancanza di un vaccino  quadrivalente che però essendo costoso non sarebbe adottato dalle Regioni. È vero?».

Concia: «Il vaccino antiinfluenzale è uno dei più sicuri e dei più efficaci. C'è un po' di schizofrenia sul tema vaccini, non ci si vaccina perché chissà cosa può farci e poi quando scoppia l'influenza corriamo a cercare il vaccino. Io personalmente sono favorevole al quadrivolente, ma anche un buon vaccino non coprirà mai il 100 per cento. Se potessimo coprire almeno un 70-80 per cento probabilmente il numero delle influenze sarebbe ridotto».

Coletto: «Paradossale che si dica che le Regioni hanno risparmiato sui vaccini. Noi abbiamo suggerito i quadrivalenti per chi ha patologie gravi e per i bambini piccoli e per chi è ricoverato nelle case di riposo, senza farci prendere dall'ondata emotiva».

Frapporti: «Oggi a Verona i medici di famiglia hanno avuto circa 30mila contatti e di questi circa 3.600 per influenze e sindromi post virali. Questa è la dimensione del dato che aumenta del 12 per cento l'accesso medio per queste forme. La domanda è quindi importante. Sui vaccini, nel 2005 si vaccinava circa il 68 per cento sopra i 65 anni, al minimo storico nel 2014 e l'anno scorso eravamo al 52 per cento. È un dato che deve fare riflettere tutti. Circa l'80 per cento di chi si vaccina, ultra 65 anni e fascia a rischio, sono vaccinati dai medici di famiglia che sono soli, non hanno infermieri come collaboratori».

 

Cattaneo: «Perché questa battaglia della Regione Veneto sulla non obbligatorietà? Questi dati scontano anche questa discussione sui vaccini». Replica Coletto: «Noi siamo assolutamente favorevoli ai vaccini, ma non vogliamo sia una imposizione, vogliamo inoculare la cultura del vaccino»

Concia: «Che si metta ancora in discussione la validità dei vaccini è antistorico e antiscientifico. Il Veneto ha tolto l'obbligatorietà qualche anno fa e fino adesso è stato la regione con più vaccinati e questo deve far riflettere. Io fui contro all'obbligatorietà, ma l'impegno dei medici di base e dei pediatri fu tale da tenere alta la percentuale». Ruffato però fa notare: «Senza entrare nelle beghe della politica, se il Veneto ha una percentuale di vaccinazione al 76 per cento del morbillo, al di sotto della soglia utile di 85%, va fatta una riflessione. Poi ho fatto parte anch'io parte di quei medici che si sono battuti per togliere l'obbligo vaccinale, ma in 10 anni le cose sono molto cambiate e quindi bisogna rivalutare la situazione». Bagnati: «Credo che il nostro compito come pediatri sia quello di aiutare i genitori a prendere le decisioni». Coletto: «Le corti di copertura non possono essere fatte su sei mesi, ma sull'arco dei 18 anni e a me risulta che siamo al 94% di copertura vaccinale sul morbillo».

 

E rispondendo all'assessore Stefano Bertacco che si domanda quale direttiva avrà dalla Regione a marzo per i bambini non vaccinati nelle scuole che, attualmente secondo la legge, dovranno essere lasciati fuori dalla scuola, Coletto risponde: «La nostra proposta, che ci auguriamo venga recepita, è che si parta dal concetto di copertura di gregge, evitando di lasciare a casa i bambini ma semplicemente destinarli in più classi per creare l'effetto diga».

 

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